“Asfissia meccanica violenta da compressione toracica”.
E’ il primo, per ora parziale, ma già importante verdetto dell’autopsia sul corpo di Antonio Lizzi, il 69 enne di Monteodorisio trovato senza vita, la sera di domenica scorsa, nella sua casa di campagna alle porte del paese. A eseguire l’esame, oggi, è stato il direttore di medicina legale della Asl 2, Pietro Falco, che, in attesa dei successivi esami di laboratorio, ha indicato la possibile dinamica del delitto. Sì, perché di omicidio si tratta: “Qualcuno si è messo sopra la vittima fino a schiacciargli il torace”.
E’ morto così, qualche sera fa, Antonio Lizzi, soffocato. Forse dopo aver lottato col suo carnefice che gli ha tolto il respiro per sempre, legandogli pure polsi e piedi con le fascette da elettricista. Ai magistrati che indagano sul caso, il procuratore capo della repubblica di Vasto, Giampiero Di Florio e al sostituto, Gabriella De Lucia, il dottor Falco dovrà tra l’altro indicare quando il pensionato è morto e se, sotto le unghie delle sue mani, ci siano tracce dell’aggressore. Particolare, questo, che potrebbe inchiodare l’assassino.
Nel giallo di Monteodorisio manca, al momento, il movente: perché Lizzi è stato aggredito e ucciso? Per rapina forse? Di lui si è detto che viveva in maniera frugale, al limite dell’indigenza, almeno a giudicare dalle condizioni della casa, ma aveva di che vivere. In tutta autonomia. Nel suo modo di atteggiarsi eccentrico, a volte sopra le righe, l’hanno sentito dire, più di una volta, che nell’inseparabile carrellino della spesa si portava dietro tutti i suoi soldi. Lo diceva solo per scherzo, Antonio, conosciutissimo anche a Vasto o c’era del vero in quelle frasi da simpatico spaccone? Qualcuno l’avrà preso in parola, decidendo di andare a curiosare dentro casa? Andava in banca o alle poste per il rateo di pensione, il povero Antonio, o, invece, custodiva parte dei risparmi tra le sue quattro mura?
Un paio di cose, inoltre, ancora non abbiamo appreso di questa tragica storia: ha aperto lui, Lizzi, la porta all’assassino? Hanno trovato segni di effrazione o di scasso, i Carabinieri, sull’uscio o alle finestre di casa dove l’uomo viveva da solo? Manca qualcosa all’appello o, disordine a parte, nulla è stato toccato nell’abitazione di contrada Marracola? Se di rapina non si è trattato, invece, chi e perché può aver chiuso per sempre gli occhi all’ex operaio della Pilkington di San Salvo? I Carabinieri del comando provinciale di Chieti e della compagnia di Vasto, che hanno sentito a lungo i figli, stanno scandagliando frequentazioni e abitudini della vittima, nel tentativo di dare un volto al killer. A Monteodorisio, dove il delitto ha messo i brividi, si azzarda l’ipotesi del ladro che, vistosi scoperto, ha soffocato il padrone di casa. Nessuno, almeno per ora, vuol pensare ad altro. Procura e Carabinieri, tuttavia, non escludono altre piste. Il giallo, insomma, potrebbe nascondere un finale a sorpresa.