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Omicidio di viale Perth, la Corte d'Appello apre la strada alla perizia psichiatrica

Il processo riprenderà il prossimo 21 febbraio con la nomina del consulente tecnico d'ufficio

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Un punto, non da poco, a favore della difesa. E’ pressoché unanime l’interpretazione degli addetti ai lavori dopo la decisione della Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila che, stamane, ha chiesto di acquisire la documentazione relativa alla richiesta di perizia psichiatrica di Fabio Di Lello. Così come non aveva fatto, invece, la Corte d’Assise di Lanciano.

Il processo, aggiornato, riprenderà il 21 febbraio prossimo, con la nomina del consulente tecnico d’ufficio.

Il fornaio vastese di 34 anni sconta in carcere a Lanciano la condanna a 30 anni di reclusione inflittagli in primo grado per l’omicidio del 21 enne Italo d’Elisa. Quest’ultimo fu freddato da tre colpi di pistola il pomeriggio del 1° febbraio scorso davanti a un bar di viale Perth a Vasto, perché ritenuto responsabile del mortale investimento di Roberta Smargiassi, 34 anni, moglie di Fabio. Più di un accidentale omicidio stradale, insomma, per l’omicida reo confesso, che, dalla tragica fine della consorte, non si era più ripreso. I giudici di secondo grado, questa mattina, dopo una lunga camera di consiglio, hanno dunque accolto la più importante delle venti eccezioni dei difensori, gli avvocati Pierpaolo Andreoni e Giuliano Milia, quella di acquisire tutte le carte relative alle condizioni psicofisiche di Di Lello quando tirò il grilletto.

Nell’apprendere la decisione della Corte – ha detto l’avvocato Andreoni – Fabio è scoppiato a piangere”. La battaglia processuale, dunque, non è chiusa, tutt’altro. Saranno i giudici, adesso, a leggere le carte della difesa e individuare, all’esito dell’acquisizione documentale, i consulenti tecnici d’ufficio incaricati della perizia psichiatrica. Non staranno nel frattempo a guardare gli avvocati Pompeo Del Re e Gianrico Ranaldi, che rappresentano le parti civili: dalla loro ci sono il verdetto di primo grado e il dolore dei familiari di Italo, assassinato, insistono, per vendetta. Chiederanno alla Corte di inasprire la pena e così farà il pubblico ministero, Giampiero Di Florio, fermo sulla richiesta dell’ergastolo.

Il 21 febbraio, in aula all’Aquila, sarà scontro totale.

                            

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