Qualcuno canticchia, qualcun altro canta proprio, forse perché conosce il motivo e non ha incertezze di intonazione. Nulla di strano se non fosse che accade in ospedale. E accade in Oncologia e, a cantare, sono i pazienti mentre fanno chemioterapia.
La musica lenitiva delle sofferenze dell'anima, la musica come un'oasi nell'angoscia della malattia, la musica che evoca un ricordo, un'emozione, e suscita pensieri e sentimenti positivi. Ma a portare beneficio è anche l'arte che, attraverso colori, colla e oggetti che si vestono di nuova vita, libera energia creativa, attiva la fantasia e squarcia il velo del dolore.
All'ospedale di Vasto terapia, arte e musica si fondono in un'unica parola, diventano componente attiva della cura che assume sfumature più umane. Difficile immaginare una dimensione di leggerezza in un luogo come l'Oncologia, eppure attraverso canzoni e motivi amati o semplicemente ricordati, i pazienti si sintonizzano su un'altra frequenza, che offre una tregua agli affanni della malattia.
A compiere queste piccole magie quotidiane è Luca Raimondi, musicoterapeuta arruolato da Nicola D'Ostilio, oncologo responsabile del Servizio, convinto sostenitore del prezioso contributo offerto alla cura dall'arte nelle sue diverse espressioni, efficace più di qualunque farmaco nel permeare l'animo l'umano e alleviare la pena.
In punta di piedi, anzi di piano, Luca stabilisce con i pazienti un contatto che non ha bisogno delle parole e si nutre di musica che armonizza, stempera, avvicina. Attraverso una canzone i pazienti ricordano e scambiano storie, esperienze, vissuti, lasciando riaffiorare emozioni e immagini custodite tra le cose belle della memoria, che come linfa caricano di energia positiva la quotidianità affannosa di chi convive e combatte con il cancro. La cura è anche questa.
Ma la leggerezza ha forme, colori, immagini che solo l'arte in special modo può regalare. Creando momenti di evasione, astrazione pura, che liberano la mente e sollevano un cuore carico d'angoscia. Come quello dei malati oncologici, che a Vasto occupano il tempo della terapia o dell'attesa con un laboratorio artistico nel quale si può dare sfogo alla creatività, ma anche utilizzare un linguaggio non convenzionale per esprimere il proprio vissuto. Così i materiali vivono più vite, e bottoni, corde, tessuti, piume prendono forme nuove, diventando creazioni artistiche inedite, fantasiose, divertenti, che regalano emozioni. A guidare l'estro creativo dei pazienti è Roberta Mininni, arteterapeuta, che utilizza questi strumenti a supporto dei percorsi di cura di pazienti complessi come, appunto, quelli oncologici.
Le attività hanno cadenza settimanale, con la musicoterapia il giovedì dalle ore 10 alle 12.30, e l'arteterapia il venerdì dalle ore 9 alle 12.30.