Sì, i lavori sono ancora da fare e il progetto, promette il costruttore Paolo Primavera, è di quelli che cattureranno sportivi, amatori e turisti a frotte. Perché il tratto di costa di circa 40 chilometri interessato dal progetto della Via Verde è tra i più suggestivi e conservati dei territori costieri italiani, di elevato pregio naturalistico, ambientale e paesaggistico. Ed è anche storicamente integrato con un retroterra ricco di tradizioni culturali, artistiche e produttive distribuite in sette Comuni.
Uno spaccato di territorio diversificato nella tipologia delle risorse ma al tempo stesso unitario nei valori che lo identificano.
Ma c’è un però che si chiama pericolo frane.
A poche settimane dalla consegna del cantiere alla società Cogepri (mandataria) che ha vinto l’appalto europeo da 15 milioni di euro con un’offerta da 8 milioni, preoccupano alcuni smottamenti che lungo l’ex tracciato ferroviario la manutenzione che manca da 15 anni – ossia da quando le Ferrovie dello Stato hanno arretrato i binari – sta causando, con interi tratti di costa finiti nel mare.
È di almeno un chilometro la parte di litorale franata o a rischio. Le località più interessate al fenomeno sono Lago Dragoni di Torino di Sangro – dove le mareggiate lambiscono anche la statale 16 Adriatica – San Vito e Rocca San Giovanni. Prima di realizzare la Via Verde, dunque, bisogna consolidare la zona costiera. E chi lo farà ? Sembra la Regione. Che spesa si dovrà affrontare? Non meno di un milione di euro.