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Non può vedere la figlia, minaccia psicologa di una casa di accoglienza e compie atti persecutori

Arrestato un uomo di Vasto. Polizia in azione dopo la denuncia della donna

redazione
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Atti persecutori aggravati è l'accusa per la quale un uomo di Vasto è stato arrestato, su esecuzione di un ordine di custodia cautelare in carcere emesso dal Gip del Tribunale, da personale della Squadra Anticrimine del Commissariato.

La misura cautelare - evidenzia il commissario capo Fabio Capaldo - è stata disposta a seguito di reiterate minacce poste in essere dall’uomo nei confronti di personale in servizio presso una Casa Accoglienza per minori di una citta abruzzese, dove da qualche anno è ospitata la figlia di lui. Lo scorso luglio la psicologa di tale Centro, dopo aver raccolto alcune confidenze da parte della ragazza, aveva segnalato alla Procura di competenza i sospetti abusi sessuali commessi dall’uomo sulla figlia, fin da quando era piccola.

Dal momento che il Tribunale ha ritenuto bloccare ogni contatto tra la minore e il padre, quest’ultimo ha messo in atto una serie di minacce nei confronti di personale della Casa Accoglienza ed, in particolare, nei confronti della psicologa ritenuta responsabile di aver indotto la minore a denunciare gli episodi di violenza.

L’uomo inizialmente aveva cominciato ad effettuare decine di telefonate all’utenza della struttura con toni alterati e minacciosi nei confronti di chiunque rispondesse al telefono, tanto da costringere il personale a staccarlo, anche per non intimorire la ragazza, già provata per l’accaduto e con forti reazioni d’ansia.

Ha poi intensificato sempre più il numero e la gravità delle minacce, arrivando a seguire la psicologa e dicendole che "avrebbe sparato in bocca a lei e ai suoi figli". La vittima aveva rifiutato più volte di incontrare l’uomo, intenzionato a vedere la figlia a tutti i costi, e questo le era costato vere e proprie forme di persecuzione, in grado di limitarne la libertà e di violare la propria privacy. La situazione le aveva causato un tale stato di allerta e di ansia tali da costringere la donna a cambiare le proprie abitudini di vita e a denunciare il fatto alla Polizia.

In seguito agli accertamenti effettuati e alle informazioni rese dal personale della Casa d’accoglienza, il Gip, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vasto, ha tenuto conto "dell’evidente finalità punitiva e ritorsiva del soggetto e della particolare pericolosità sociale", disponendone la custodia cautelare in carcere presso la locale Casa Circondariale dove rimarrà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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