Errata ricostruzione dello stato dei luoghi posta in essere dal consulente della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vasto. E' questa la motivazione con la quale il Tribunale del Riesame di Chieti ha disposto il dissequestro, il secondo nel giro di circa tre mesi, delle palazzine di via Fonte Ioanna, a Vasto Marina, lungo il costone orientale della città . I carabinieri della Compagnia di Vasto, su disposizione della magistratura, avevano apposto i sigilli al cantiere, in cui i lavori erano affidati ad un'impresa di San Marco in Lamis, per la prima volta il 21 maggio scorso. Poi, il Tribunale del Riesame aveva deciso per il dissequestro in presenza di vizi di forma dell'atto giudiziale con cui si disponeva la misura cautelare. Il cantiere era stato nuovamente sequestrato nelle scorse settimane e cinque persone erano state iscritte nel registro degli indagati. Ora, i giudici teatini hanno accolto nuovamente la richiesta formulata dai legali del costruttore, Giovanni Cerella e Cristiano Bertoncini. ''L'imprenditore Fiordalisi, noto industriale del sud Italia con interessi anche all'estero - scrivono i due avvocati - annuncia, soddisfatto, richiesta risarcitoria per i danni subiti''. Il Tribunale del Riesame ha avallato la tesi di Cerella e Bertoncini, che sostenevano si fosse in presenza di una ''errata ricostruzione dello stato dei luoghi posta in essere dal consulente della Procura. Il provvedimento, emesso dopo una dura camera di consiglio, pare essere definitivo. Del resto - affermano i legali di Fiordalisi - è impensabile ritenere l'inedificabilità della zona quando, a pochi metri di distanza, risultano essere stati ultimati edifici da imprenditori romani senza che gli stessi patissero inconvenienti di sorta''.