Vasto ha vissuto questa prima parte di giornata su due fronti, da un lato nel dolore per l'ultimo saluto durante i funerali di Italo D'Elisa e dall'altro capo della Città sul fronte giudiziario per l'interrogatorio di garanzia a carico del suo assassino, Fabio Di Lello a cui la vittima aveva spezzato la vita della moglie Roberta Smargiassi in un incidente stradale avvenuto sette mesi prima.
Nel carcere di Vasto Di Lello si è avvalso della facoltà di non rispondere al pm Gabriella De Lucia e al gip Caterina Salusti per il delitto di omicidio volontario premeditato, riservandosi di decidere in ordine alla convalida e alla misura cautelare.
Un confronto durato pochissimi minuti, al termine del quale Di Lello, panettiere di 33 anni, ha avuto modo di restare da solo con i suoi legali Giovanni Cerella e Pierpaolo Andreoni, in un abbraccio fatto di lacrime e silenzi.
Erano in centinaia sul sagrato della chiesa di Santa Maria del Sabato Santo per le esequie funebri di D'Elisa. Tanti i giovani con i palloncini bianchi, come la bara che accoglie i suoi resti per una vita spezzata dal dolore di Di Lello che non gli ha perdonato di essere il responsabile della morte della sua Roberta. Nel saluto d'ingresso il parroco don Antonio Totaro ha ammonito i presenti e ancor più la città a fermare l'ondata di odio. "Basta con questa violenza. Non si può andare avanti con l'odio. Vite completamente spezzate. Ha perso la città . Noi abbiamo perso. Queste morti riportino nella nostra comunità un po' di serenità ". In chiesa era presente il fratello di Roberta, Michele, per esprimere anche visivamente le condoglianze delle famiglie Di Lello e Smargiassi.
L'omelia è stata pronunciata dall'ex parroco di Furci, paese d'origine di Diana, mamma di Italo dove verrà seppellito il giovane nel cimitero cittadino. "Un momento difficile per tutti - ha detto - ma la tua vita strappata così tragicamente agli affetti non è perduta, il tuo sorriso non si è spento, ed è un invito a credere, anche oggi, che la vita è un grande dono". Poi all'uscita della bara, così come era stato accolto nell'ultimo saluto pubblico, il suono delle marce sinfoniche eseguite dalla Banda di Chieti.
Sul fronte giudiziario la Procura sta verificando la notizia rivelata da Pompeo Del Re, difensore del giovane ucciso, che ha svolto delle indagini scoprendo che ai primi di dicembre Di Lello si era spogliato di tutti i suoi beni per intestarli ai genitori con un atto del notaio Manuela Carmina di Cupello. "Un atto che deporrebbe a favore della premeditazione del gesto. Potrebbe averlo fatto per non essere aggredito nel patrimonio dopo il delitto, che stava forse meditando".