Nel luglio 2016 la vita di tre famiglie è stata sconvolta da un drammatico incidente stradale. Una ragazza sposata di soli 34 anni ha perso la vita. A distanza di sette mesi il marito della vittima ha sparato al ragazzo che ha provocato il tragico evento.

Quanto dolore e quanta sofferenza in una triste vicenda forse non adeguatamente rispettata dai mass media e dall’opinione pubblica? Tempo fa il mio redattore Michele Tana mi ha detto: “Tra le prime regole nel lavoro del giornalista c'è il rispetto delle persone. E proprio per questo le notizie di cronaca vanno date nella maniera più essenziale e, possibilmente, senza neanche le iniziali dei nomi delle persone coinvolte”.

Niente di più vero, soprattutto alla luce di quanto è accaduto ieri a Vasto. Appena la notizia è arrivata in rete, sui social molti hanno cominciato a commentare “ha fatto bene, la giustizia italiana non serve….”.

Ma chi ci dà il diritto di dire cose del genere? Che ne sappiamo delle persone coinvolte in tutto questo? Non pensiamo che in una di quelle situazioni ci saremmo potuti trovare noi o uno dei nostri cari?

Possiamo solo immaginare quanto dolore accomuni i cuori delle mamme di questi tre giovani e magari pregare e restare in silenzio.