E’ stata una serata difficile, quella di ieri, e che verrà ricordata e tramandata ai posteri. Prima una nevicata epocale e poi un black out elettrico che ancora stamattina avvolge interi quartieri cittadini. Sembrava di essere nel film “Into the wild” o in qualche kolossal catastrofico: senza energia elettrica, senza riscaldamento, senza acqua… quasi come sull’Isola dei famosi.
Di colpo, l’Abruzzo e Vasto sono stati proiettati nel tardo Medioevo, il buio ha ammantato la città e, nel freddo delle nostre case, abbiamo capito – se mai ce ne fosse ancora bisogno – la potenza della Natura e l’inutilità dei nostri sforzi per dominarla e sottometterla.
Chi può ha acceso il camino, riscoprendo l’antico rituale del sedersi attorno al fuoco per ascoltare le rievocazioni del più anziano, i meno fortunati hanno cenato a lume di candela… Già, le candele: sono uscito, in piena tormenta, per comprarle nel fornitissimo emporio cinese sotto casa, e c’era già la ressa per accaparrarsi questi antichi mezzi di illuminazione. E ho capito quanto sia difficile, soprattutto per i più giovani, convivere anche solo per mezza giornata con un black out. E’ qualcosa che va oltre la normale paura per il buio.
Abituati come siamo alla luce, al riscaldamento, all’acqua calda e al telefono, a molti è sembrato di sprofondare in un incubo gotico. Perennemente iperconnessi sul web e sui social, i giovani sono probabilmente caduti preda della disperazione più profonda, perché completamente disabituati alla comunicazione orale, quella che si faceva parlando e guardandosi negli occhi neanche troppo tempo fa. Ma ieri sera è stato utile e formativo soprattutto per loro: il non poter usare gli smartphone e i pc, il buio e il freddo resteranno nella loro memoria e, a loro volta, tramanderanno questo ricordo ai figli e ai nipoti. Un po’ come fece Federico Fellini nel suo film capolavoro “Amarcord”, dove, appunto, ricordava il famoso “nevone” di Rimini, vissuto ai tempi della sua giovinezza.
Dal canto mio purtroppo, anagraficamente parlando, me ne sovvengono diverse di queste situazioni al limite: l’austerity del 1974, quando i Paesi arabi decisero l’embargo del petrolio, e bisognava limitare i consumi di gasolio e luce. Si girava in auto a targhe alterne e la domenica era la gioia dei ragazzi, con le auto ferme e le strade delle città invase da centinaia di biciclette. Spesso saltava la corrente elettrica, ma si era felici lo stesso.
Nel 1985, invece, ci fu una nevicata epocale e il nord sprofondò nella notte artica: le città ricoperte da alti strati di neve e ghiaccio e addirittura dovette intervenire l’esercito coi carrarmati Leopard per liberare le strade centrali delle metropoli. Più di recente, nel 2012, per diversi giorni il centro Italia fu investito da una pesantissima perturbazione meteo, e anche Vasto fu sepolta dalla neve per diversi giorni.
Purtroppo, la situazione climatica non è mutata, e si prevede ancora neve per i prossimi giorni. Spero solo che i giovani non vadano di nuovo in crisi esistenziale, e capiscano che si può vivere anche (forse meglio) senza tv, senza smartphone, senza computer e senza facebook e twitter. In fondo, basta una bella polentata con salsicce e un bicchiere di Montepulciano per rendere indelebile una serata.
Provare per credere. E buon nevone a tutti.
Fabrizio Scampoli