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Menna, la mamma e il dissenso (interno)...

La nota del consigliere comunale Alessandra Cappa (Unione per Vasto)

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Sono passati ormai sette giorni dalla vicenda riguardante l’approvazione di un piano di lottizzazione da parte della Giunta comunale vastese, approvazione alla quale non ha partecipato il sindaco Menna per motivi di opportunità dovuti al fatto che la madre è uno dei tecnici redattori del progetto approvato.

I giorni passati mi hanno dato l’opportunità di riflettere, a mente fredda, sulla vicenda.

Non è di fosche manovre che s'intende parlare; chiarirò subito che, anzi, sono in perfetta sintonia con quanto dice il sindaco circa la mancanza di un conflitto di interessi.

Non mi pare questa la questione su cui riflettere.

Il tema vero della riflessione è un altro: è quello del rapporto che deve intercorrere tra la dignità delle Istituzioni democratiche e la legittimità del dissenso alle Istituzioni stesse.

Nella conferenza stampa convocata appositamente per rispondere (polemicamente) alle polemiche, il Sindaco mostra di non preoccuparsi né dell’una né dell’altra.

Egli infatti utilizza la propria carica per convocare la stampa e rispondere in modo polemico e, mi sia consentito, anche un poco puerile, alle critiche che sull'argomento gli erano state mosse; per sostenere la onestà sua e di sua madre; per raccontarci della vita sua e di sua madre (che, apprendiamo, per voce del figlio, non è stata tanto fortunata da insegnare in una scuola).

Nel fare ciò, e senza neanche avvedersene, il sindaco Menna si accanisce contro la stessa istituzione che rappresenta: invoca l’intervento della Procura per certificare l’operato (politico/amministrativo) della sua giunta; sottolinea che alla Procura porterà il fascicolo (amministrativo) per il controllo sulla legittimità dell’operato del Comune; proclama di essere l’unico a potersi occupare dell’Urbanistica, in quanto privo di interessi nel settore: con ciò offendendo anche i suoi stessi assessori e la dignità dell'istituzione.

Si dimena sino al punto di giustificare il comportamento “minacciato” – andare in Procura, appunto - con la presenza di una componente politica, la sua!, che impone tale atteggiamento.

Ebbene, caro Sindaco, mi rivolgo a Te per dirti che disapprovo anch’io, sia chiaro, chi insulta le istituzioni e i loro rappresentanti; mi oppongo anch’io a chi denigra le persone e lede la loro dignità.

Ed in questo, Ti assicuro, non faccio distinzioni politiche.

Mi aspetto però correttezza.

In quanto un conto è reagire alla diffamazione, altro è impedire il legittimo dissenso.

Disapprovo, infatti, molto più chi, approfittando della carica istituzionale che ricopre, vuol manipolare i principi della democrazia, chi vuol, così, avversare la libertà di manifestazione del pensiero.

Vasto e i vastesi meritano qualcosa di più che essere tenuti assieme dalla minaccia di andare in Procura, e la vera forza dell’Istituzione che rappresenti consiste proprio nel modo in cui si consente a tutti, anche ai “dissenzienti”, di interagire nella vita politica.

Ogni cittadino, sul cui voto - anche passata la campagna elettorale - si regge la legittimità delle Istituzioni politiche stesse, é chiamato a ragionare con la propria testa, a criticare, a cambiare idea e ricambiarla ancora, se necessario.

Il dissenso, caro Sindaco, é virtù costitutiva della Democrazia.

Ed infine, consentimi di dirTi che alla magistratura è lecito chiedere solo di restare all'interno delle proprie funzioni, che non sono né politiche né morali.

Alessandra Cappa

 

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