Una famiglia che si disgrega a causa dell’alcol.
Una piaga sociale che non mette fine alla sua triste e dilagante espansione, una storia come tante, ma con al centro la vita vissuta e traviata di una persona, che ritrova fiducia in se stessa e riesce a uscire dal tunnel grazie all’attività , al supporto e alla umanità degli operatori del Sert di Vasto, ma poi irrimediabilmente ritorna a essere prigioniera dei suoi vizi.
Una 60enne nel gorgo dell’alcolismo, dunque, dal quale anche in passato si trasse fuori, ma a causa di una atmosfera domestica a dir poco inquieta, ebbe diverse ricadute. Sara, adottiamo questo nome di fantasia nel rispetto della sua privacy e dei familiari coinvolti, è stata accolta per la prima volta nei locali dell’Asl ormai già sei anni fa. Era il 2010 e varcò quella soglia per tutti fatidica, per alcuni salvifica e per altri no, purtroppo, su invito e invio dei servizio sociali territoriali. Evidente, troppo, l’abuso ormai quotidiano, un rito spettrale, di sostanze alcoliche. Una vita alle spalle di per se non agiata, con papà operaio e da tempo in pensione, madre deceduta a soli 60 anni (l’età attuale di Sara) la stroncò un infarto. Cinque figli in tutto, con tre fratelli e una sorella. Ormai alle soglie della terza età (ne aveva 54 nel 2010) si è separata, un fardello troppo grosso da sopportare, quel marito a sua volta alcolista, che certo non le poteva essere d’aiuto. Le rimangono due figli, di 12 e 14 anni, avuti in tarda età , tra i 40 e i 42 anni, ovviamente sottrattile dal tribunale dei minorenni e affidati temporaneamente a zii materni. Insomma, un quadro non critico, devastato e devastante, con una donna che si ritrova d’improvviso sola, senza prospettive e con un problema da affrontare e risolvere.
Per fortuna le istituzioni locali paiono non dimenticarla, le assegnano un alloggio popolare, dove potrà stare al riparo senza l’assillo di un affitto faticoso da coprire mese dopo mese e viene inserita anche in un programma di inclusione sociale, quel sostegno al reddito dei disagiati, collaborazione che alterna con la frequenza del gruppo Cat al Sert. Una testimonianza diretta di come quando si vuole si riesce a garantire quella sussidiarietà che dovrebbe essere alla base della nostra società . Al Sert rivede anche il suo ex marito, che viene accolto un paio di anni più tardi sul sentiero della disintossicazione.
Nel corso della sua esperienza con gli operatori socio-sanitari si evidenzia come sovente siano all’interno della cerchia delle proprie amicizie che si annidano rischi e pericoli di ricadute e dalla diretta narrazione di Sara, veniamo a sapere che il suo percorso virtuoso sia stato interrotto da una sua amica, che ha ridestato in lei la tentazione di bere, riesplosa feroce dopo che le offersero un bicchiere, al quale doveva dire no, ma non vi riuscì.
A scuoterla nuovamente, reindirizzandola al Sert, fu la sorella, che prese in mano la grave situazione, sbattendogliela senza troppa timidezza in faccia insieme ai rischi e alle possibili conseguenze, soprattutto nel riverbero negativo sul rapporto e la mancata convivenza coi figli. Sara pare intravedere una luce in fondo a una caverna mai così buia e a tinte fosche, assumendosi la responsabilità di comprendere e avere consapevolezza dei suoi guai, ma non facendo seguire – come spesso accade – i fatti alle parole. La sorella al momento è il suo unico bastone, l’unica stampella a cui appoggiarsi per sostenersi.
Nel Cat sicuramente la donna ha trovato storie simili alla sua con le quali si é potuta confrontare ad ogni incontro, ma poi ogni persona vive la sua realtà in modo differente, perché sono diverse le dinamiche familiari, sociali e psicologiche a fare la differenza. La donna non ancora esce completamente dai problemi alcolemici.
Ci sarebbero ancora numerose storie da raccontare, attraverso cui far riflettere sulle problematiche sociali diffuse (alcolismo e tossicodipendenza). Occorrerebbe maggiore informazione e prevenzione sulle cause, sui rischi e sulle conseguenze legate all'uso e abuso di droghe e sostanze alcoliche. Magari auspicando di non trovare più, come nel caso di Sara, amici e amiche che offrendo loro sostanze di cui si è abusato, risvegliano sirene antiche quanto micidiali.