Una casa di riposo a sorpresa, sorpresa brutta assai, però, almeno per gli ospiti che, umiliati e percossi, sono stati poi “liberati” dai carabinieri.
E’ bello e commovente il fermo immagine del video dei militari del nucleo operativo della compagnia di Vasto, a corredo di questo commento: un’anziana esce dalla Casa Arcobaleno di via Vico e viene abbracciata da due sorridenti angeli custodi dell’Arma. Secondo la titolare dell’inchiesta, il Pubblico Ministero Gabriella De Lucia, nella foto di fianco al procuratore capo della repubblica, Gianpiero Di Florio, c’erano elementi di prova per più che sufficienti per inchiodare alle loro responsabilità i due indagati, ora in carcere.
Il Gip, Anna Rosa Capuozzo, le ha dato ragione, ipotizzando in un caso persino l’omicidio, forse determinato da maltrattamenti. Il prosieguo dell’inchiesta dirà se e come la coppia potrà tirarsi dai guai.
Qui, però, non dell’inchiesta vogliamo parlare, ma delle case di riposo in generale. A Vasto, ma non solo, sono spuntate come i funghi. Un business, quello dei capelli bianchi, che non conosce crisi: dai 1000, 1200 euro in su per pasti, posto letto e assistenza ai nonni per i quali spazio e tempo in casa più non ce n’è. Gestori più che rispettabili, va detto subito, mica tutti nervosetti, ma strutture che, a guardarle, fanno pensare. Spesso ricavate in condominii, al pianoterra di un edificio qualunque, le dimore della terza e quarta età non è che presentino un effetto da cartolina: poche con giardino, spazi esterni privi di verde, senz’anima. Chi ne ha i requisiti chiede e ottiene il permesso comunale, ci mancherebbe altro.
Ma fa bene a interrogare Comune, Procura e Ministero della Salute il portavoce di Codici, Riccardo Alinovi: