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Tv private sul digitale, per diverse emittenti il rischio del taglio delle frequenze è concreto

Restano con copertura regionale Rete 8, Telemax, Tvq e Antenna 10. In bilico Trsp

redazione
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Sono diverse le emittenti televisive regionali abruzzesi con la 'spada di Damocle' del taglio delle frequenze dai canali del digitali e, in base a quella che dovrebbe essere la nuova 'mappa', le sole con l'intera copertura regionale resterebbero Rete 8, Telemax, Tvq e Antenna 10.

Un vero e proprio 'tornado', insomma, potrebbe abbattersi sul mondo delle televisioni d'Abruzzo, con una serie di canali che appaiono destinati a perdere entro l'anno le frequenze attualmente occupate, sulla base di una determina del 9 giugno del Ministero dello Sviluppo Economico, firmata dal direttore Antonio Lirosi.

In base al provvedimento solo le quattro tv sopracitate rispettano tutti i parametri richiesti, per le altre ci sono i ridimensionamenti all'orizzonte. Tv6 con le frequenze a cui avrà ancora diritto potrà operare nell'area teramana e in quella di Pescara in parte; Tele Sirio coprirà la provincia dell'Aquila; Tele Molise la provincia di Chieti. La scure della chiusura interessa invece altre emittenti, tra le quali la vastese di ispirazione cristiana Trsp, Tele Radio San Pietro, la televisione fondata nel 1985 su iniziativa di don Stellerino D'Anniballe, in seguito definito il 'parroco dell'etere'. In bilico ci sono pure Telemare, Tele A, Tele Ponte, Vera Tv, Tv Uno, Onda Tv, Tele 9 e Tv Atri.

La perdita delle frequenza darà comunque diritto ad un ristoro economico previsto dallo stesso Ministero. La 'rivoluzione' fa seguito ai bandi emessi in passato dal dicastero dello Sviluppo Economico ed alle graduatorie formulate. Va comunque considerato che le varie tv potranno 'sopravvivere' affittando eventuali frequenze come “fornitori di servizi” per garantirsi la presenza sul territorio.

Con questa operazione, sulla carta, il Ministero punta a dare al sistema della emittenza televisiva privata un'immagine diversa ed anche una solidità struttuale ed economica, sollecitando gli editori ad impegnarsi sulla qualità, e non solo da un punto di vista tecnico. Per le emittenti colpite resterebbe sempre aperta, in tutti i modi, la possibilità di ricorrere al Tar del Lazio contro le decisioni.

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