“La Giunta regionale, sin dall'insediamento, è intervenuta con decisione sul risanamento del Consorzio di Bonifica Sud. Le uniche vittime di questa drammatica situazione sono gli agricoltori abruzzesi”.
E' quanto sottolinea l'assessore regionale all'Agricoltura, Dino Pepe, alla luce del sit-in di protesta di sabato mattina delle organizzazioni professionali agricole - Cia, Copagri e Confagricoltura - contro l'aumento del canone consortile imposto dal Consorzio di Bonifica Sud di Vasto.
“Tutti – aggiunge - sono coscienti e consapevoli della gravità della situazione in cui versa il Consorzio. Alla gestione dissennata - ha sottolineato Pepe - si è aggiunta la totale mancanza del necessario controllo sui conti e sull'accumulo smisurato di debiti. La grave situazione debitoria creata dalle gestioni antecedenti al commissariamento dell'ente, ha portato il Consorzio sull'orlo del fallimento. E la Regione ha messo in campo ogni strumento per avviare il difficilissimo risanamento.
Si è proceduto al commissariamento e al successivo licenziamento del direttore. Inoltre - prosegue Pepe - sono stati recuperati fondi importantissimi per la realizzazione della Diga di Chiauci che, come è noto, erano stati persi per inefficienza. A tal proposito va rimarcato come tale scellerata gestione abbia causato la perdita di un finanziamento di oltre 7 milioni di euro concessi dal Ministero dell'Agricoltura per l'ammodernamento della rete irrigua nel comprensorio del Sangro. Nei limiti della drammatica situazione abbiamo condiviso con i portatori d'interesse le linee guida per il risanamento, che sono state messe in atto dal commissario Giampiero Leombroni e portate avanti dall'attuale commissario Rodolfo Mastrangelo, con particolare riferimento alla gestione degli impianti irrigui, al completamento della Diga di Chiauci e alle problematiche relative al pagamento delle mensilità arretrate del personale dipendente, il quale, nonostante le difficoltà e la mancata retribuzione, porta avanti con impegno il lavoro necessario.
Nella drammatica ipotesi di bancarotta, infatti, gli agricoltori avrebbero dovuto far fronte direttamente alle pesanti perdite di bilancio. E per evitare di addebitare agli incolpevoli agricoltori le responsabilità altrui, si è reso necessario un aumento cospicuo del canone consortile, tra l'altro non aggiornato da oltre un decennio a fronte di costanti aumenti degli oneri necessari all'esercizio irriguo ed alle altre attività consortili. Le responsabilità dell'aumento vanno ricercate solo ed esclusivamente nelle scelte scellerate delle gestioni precedenti”.
L'assessore Pepe ha concluso richiamando ancora una volta tutti a “un esame di coscienza e a un atteggiamento responsabile di fronte alla grave situazione debitoria del Consorzio”, tenendo conto “della temporaneità dell'aumento del prelievo tributario, con l'obiettivo di ridurlo appena possibile, e soprattutto nell'ottica del riallineamento tecnico del catasto consortile, finalizzato ad una più veritiera ed equa ripartizione dei canoni”.