“E’ vero che in data 7 gennaio è stata sottoscritta una intesa alla presenza dei rappresentanti sindacali e dell’amministrazione, ma non ci siamo mai impegnati a trasformare tutti i contratti in essere a tempo indeterminato incluse le maternità e senza riduzione di orario”.
Simone Caner, responsabile della cooperativa Pianeti diversi, che ha avuto in gestione l’asilo nido dell’Incoronata, replica ai sindacati e spiega i motivi che impediscono alla società di continuare ad occuparsi della struttura.
Gli alti costi di gestione, dovuti al personale in esubero, hanno costretto la coop a rifiutare l’affidamento.
Il 22 febbraio “La Tana dei cuccioli” (asilo inaugurato nel 2010) chiuderà i battenti e i 50 bambini ospiti della struttura verranno spostati in altri nidi comunali.
“Lo scorso mese di gennaio abbiamo risposto ad una richiesta di intervento dell’amministrazione comunale, rendendoci disponibili a fronteggiare l’emergenza sopravvenuta dopo la rescissione del contratto con il precedente gestore”, spiega Caner, “in data 7 gennaio e nel rispetto delle disposizioni di legge, manifestavamo, in presenza sindacale, la disponibilità al mantenimento dei livelli occupazionali nonostante la assoluta inesistenza delle condizioni organizzative ed economiche, in ragione della temporaneità dell’incarico e della conseguente diversa organizzazione imprenditoriale rispetto alla impresa uscente, ma non ci siamo mai impegnati a trasformare i contratti a tempo indeterminato, sia per la emergenzialità dell’affidamento, sia per la breve durata dello stesso. Nonostante le numerose unità in esubero, la società si è impegnata ad assumere tutte le operatrici fino al termine dell’affidamento ed a condizione di una riparametrazione della quota oraria di ciascuna dipendente”.
Caner risponde per le rime a Cgil e Cisl che hanno accusato la cooperativa di “disattendere gli accordi”.
“In realtà proprio la errata e strumentale interpretazione delle intese intercorse il 7 gennaio ed il riproporsi, da parte delle rappresentanze sindacali, di pretese irragionevoli in merito alla natura dei contratti di lavoro ed alle quote orarie, rendono impossibile la continuazione del servizio, perché la cooperativa andrebbe a sostenere un costo mensile superiore rispetto al corrispettivo offerto dal Comune”, conclude l’imprenditore.