“Oggi più che mai è necessario per l’Europa recuperare quella capacità di immaginare e programmare il futuro che ha rappresentato, nel dopoguerra, il pilastro sul quale si è costruito il progetto d’integrazione europea. Le difficoltà economiche e politiche degli ultimi anni non possono certamente offuscare le grandi conquiste ottenute dall’Unione Europea, né tantomeno sminuire la validità del percorso comune avviato dagli Stati membri all’indomani del secondo conflitto mondiale”.
Così Aldo Patriciello, parlamentare europeo e membro del Ppe, nel giorno del 58esimo anniversario della firma dei Trattati di Roma del 25 marzo 1957 che istituirono la Comunità economica europea e la Comunità europea dell’energia atomica. I due trattati, insieme al trattato firmato a Parigi nel 1951 che istituì la Comunità europea del carbone e dell’acciaio, sono da sempre considerati come il momento istitutivo di quelle che saranno le Comunità Europee e, di conseguenza, dell’attuale Unione Europea.
“La firma dei trattati di Roma – commenta l’eurodeputato molisano – non è soltanto l’atto di nascita del processo di integrazione europea ma è prima di tutto un gesto di grande lungimiranza politica ed economica: la consapevolezza che solo un’Europa libera ed unita avrebbe potuto affrontare le sfide della storia. Credo sia una lezione di grande attualità: i limiti e le difficoltà che l’Unione Europea incontra oggi ci dicono che l’obiettivo è ancora ben lontano dall’essere raggiunto.
Il mercato unico, l’unione doganale, la libertà di circolazione e gli altri progressi raggiunti – spiega Patriciello – sono certamente conquiste da difendere ad ogni costo ma non basta: occorre dare nuovo slancio a quella tensione, ideale e pragmatica allo stesso tempo, che fu alla base della firma dei Trattati di Roma. La spinta verso una maggiore unità politica ed economica del continente – conclude l’europarlamentare azzurro - sono convinto che possa essere il punto giusto dal quale ripartire”.