Aldo Patriciello, europarlamentare molisano di Forza Italia, in occasione delle celebrazioni della Festa dell’Europa del 9 maggio, ha inteso indirizzare il suo personale messaggio da Bruxelles.“Nel giorno della Festa dell’Europa – ha dichiarato - preferisco, sinceramente, parlare delle sfide politiche che attendono l’Unione Europea piuttosto che rispondere alle argomentazioni strumentali di chi non ha altro di cui parlare, se non del sottoscritto. Oggi, dunque, non c’è spazio per sterili polemiche ed inutili provocazioni: oggi è importante riflettere sul senso del nostro comune essere europei. L’Unione Europea, infatti, ha compiuto grandi passi sino alla realizzazione della moneta unica ma ancora non ha raggiunto l’obiettivo più importante: quello di fondare una vera e propria federazione. Dobbiamo tornare all’ispirazione della Dichiarazione Schuman, con la quale Francia e Germania rivitalizzarono l’idea della pacificazione europea dando vita a un’iniziativa aperta a tutti ma decisa a superare l’immobilismo del Consiglio d’Europa. L’Italia può e deve giocare un ruolo attivo lungo questa strada”. “Il Trattato di Lisbona – ha spiegato Patriciello - non può essere considerato il punto di arrivo del processo d’integrazione. Mentre l’Europa prende tempo, i problemi del mondo corrono e si allontanano sempre più dalla portata degli europei, con danno per gli europei e per il mondo stesso. Occorre fare i conti con le sfide della globalizzazione ma per farlo è necessario costruire un’unione più forte e più coesa. La UE – ha proseguito l’europarlamentare azzurro - dimostra di funzionare laddove il metodo federale è riuscito ad imporsi, mentre si dimostra lontana dai suoi cittadini negli altri casi: basti pensare da una parte al ruolo difensivo che l’Euro ha giocato nella crisi finanziaria mondiale e dall’altra alla pericolosissima paralisi di fronte ai problemi di natura economica, fiscale e creditizia che la recessione globale ha fatto venire a galla. La diversità è divenuta la vera ricchezza della nostra Europa: imparare a conoscere questa diversità, ad apprezzarla, ad amarla, é indispensabile per diventare cittadini europei”.