“Quanto accaduto mercoledì a Parigi non è soltanto un vile attentato terroristico ma un vero e proprio attacco alla nostra idea di libertà e democrazia. In momenti come questi credo non debba esserci spazio per considerazioni che non siano di ferma ed assoluta condanna per atti criminali di tal genere: la libertà di espressione è un presidio di civiltà da difendere ad ogni costo”.
Così Aldo Patriciello, europarlamentare di Forza Italia, commenta l’attacco terroristico alla redazione di Charlie Hebdo avvenuto mercoledì scorso a Parigi.
“È necessario quindi che l’Europa apra una riflessione seria sulle politiche da mettere in campo per frenare i rischi derivanti dal pericolo terrorista, senza per questo cadere nella trappola dello scontro culturale o peggio ancora religioso. Bisogna però – ha spiegato Patriciello - segnare con forza i confini invalicabili dei nostri diritti e delle nostre conquiste democratiche: l’Europa deve essere fiera dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia che è riuscita a creare nel suo lungo e tortuoso percorso politico. Sono convinto che, prima ancora che con le armi, il terrorismo vada sconfitto sul piano culturale, economico e politico, togliendo l’acqua al mulino dell’odio e della violenza fine a se stessa.
L’Unione Europea, tuttavia, non può continuare ad ignorare l’enorme flusso migratorio che alcuni Stati membri – Italia in primis – sono costretti a gestire con grande difficoltà. Affrontare dunque in un’ottica europea il problema dell’immigrazione regolare e clandestina sarebbe certamente un passaggio importante sotto il profilo della sicurezza e della cooperazione internazionale. Dobbiamo aiutare i nostri partner mediterranei a catturare e punire i mercanti di schiavi; ad aumentare i loro flussi commerciali, la loro capacità produttiva; a gestire al meglio il percorso delle riforme politico-economiche necessarie al consolidamento delle istituzioni democratiche. Come ho avuto modo di ribadire in tutte le sedi comunitarie, i confini dell’Italia sono i confini dell’Europa e pertanto non è possibile che uno Stato membro affronti da solo le emergenze migratorie: dall’Unione Europea ci aspettiamo uno scatto di reni su questa questione, a cominciare dalla modifica del regolamento di Dublino su cui, già in passato, ho chiesto più volte l’intervento della Commissione Europea”.