Pubblicato sull'edizione abruzzese de ''Il Tempo'', a firma di Paola Cerella. ''Una nuova vicenda giudiziaria che vede coinvolti, a vario titolo, ex amministratori pubblici vastesi, dirigenti e dipendenti comunali, loro familiari e amici, è rimbalzata ieri in città . Solo ieri, infatti, si è appreso che, per circa un anno e mezzo, la Procura della Repubblica di Vasto ha indagato su presunti reati che sarebbero stati commessi da dieci persone iscritte nel registro degli indagati e che, il 29 novembre 2006, il procuratore capo Vincenzo Colantonio ha comunicato agli indagati la conclusione delle indagini preliminari. Le ipotesi di reato vanno dal peculato alla concussione, all'abuso d'ufficio, alla rivelazione di segreto d'ufficio, alla falsità materiale e ideologica. A vedersi notificare la notizia di conclusione delle indagini sono stati, tra gli altri, l'ex assessore regionale, nonché ex sindaco di Vasto, Antonio Prospero, l'ex assessore comunale Nicola Soria, il vice comandante della Polizia Municipale, Paolino Di Lello, e il direttore generale del Comune, Giacinto Palazzuolo. Sotto accusa ci sarebbero, in particolare, promesse in cambio di voti elettorali; pressioni per costringere taluni a vincolare, assieme ai propri familiari, i propri suffragi elettorali a favore di un determinato candidato; voti come contropartita del rilascio di un permesso a costruire; pareri favorevoli all'occupazione di suolo pubblico; rivelazioni di segreto d'ufficio. Sotto accusa c'è pure un concorso comunale teso a reperire un istruttore direttivo tecnico addetto ai lavori pubblici: per avvantaggiare un certo candidato, finito anche lui nel registro degli indagati, gli sarebbe stato consentito di procrastinare la prova orale del concorso dietro presentazione di certificato medico, in violazione del regolamento dei concorsi del Comune. Su tutti questi episodi ha indagatao la Procura. Non manca l'utilizzo improprio di auto e telefoni cellulari di proprietà della Regione: dal 15/03/2005 al 18/04/2005, in particolare, una utenza avrebbe effettuato 3.856 connessioni telefoniche in uscita, di cui 500 per scopi personali, 450 per scopi elettorali, 380 fatte da un familiare per scopi elettorali e fini strettamente personali, 30 effettuate da amici. Sotto accusa ci sarebbero, dulcis in fundo, contravvenzioni stradali contraffatte in modo tale da determinarne l'annullamento per errata compilazione.