Appena qualche giorno fa l'annuncio di una prossima importante dotazione per la Radiologia dell'ospedale 'San Pio da Pietrelcina' di Vasto, grazie ad una Tac di nuova generazione in arrivo al reparto.
Una buona notizia, indubbiamente. Che però va a cozzare con una nuova situazione di oggettiva difficoltà che interessa la divisione, e non di certo da poco tempo.
La carenza di personale, ormai cronica infatti, determina la realtà di meno accertamenti diagnostici da poter effettuare a Vasto.
Il Centro Unico di Prenotazione della Asl Lanciano-Vasto-Chieti ha già iniziato ad avvertire quanti si erano prenotati, in qualche caso da mesi. Poche le alternative: differire ulteriormente gli esami, in alcuni casi fondamentali, oppure 'emigrare' in altre strutture del territorio, come quelle di Lanciano e Chieti.
Criticità che dovrebbero perdurare per questo intero mese di novembre nel corso del quale proprio la carenza di medici provocherà difficoltà per le risonanze magnetiche ambulatoriali programmate in modo particolare durante le ore pomeridiane ed un drastico taglio interesserà anche le ecografie (in media di più di 20 al giorno in entrambe le fattispecie).
Dei nove medici attualmente in forza al servizio di Radiologia a Vasto uno è prossimo ad andar via, un altro viene in supporto dall'ospedale 'Renzetti' di Lanciano ed un altro ancora, infine, è indisponibile. E a questo stato di cose, già disagevole, vanno pure ad aggiungersi le ferie arretrate, le assenze per malattie ed i periodici corsi di aggiornamento obbligatori per il personale.
Il primario, Giuseppe Palombo, i colleghi medici ed il coordinatore dei tecnici Raffaello Villani ed i suoi collaboratori non hanno lesinato impegno ed energie per assicurare l'operatività dei servizi per le esigenze, realmente vaste, di un'ampia utenza (alla quale si sono aggiunti, negli ultimi mesi, anche numerosi pazienti in arrivo dal vicino Molise producendo anche un valore aggiunto alla mobilità attiva) e lanciano un ennesimo appello alla direzione aziendale: urgono al più presto rinforzi per il personale in servizio ed 'extra' permanenti non sono più tollerabili. Anche perché i carichi di lavoro rischiano di ripercuotersi negativamente sulla qualità dell'assistenza in un settore tanto delicato ed essenziale della vita delle persone.