In data 1° maggio sono stato informato, in qualità di responsabile in loco per la Fondazione Lions del Museo del Costume, della rottura di due vetri scorrevoli relativi ad una bacheca del Museo stesso: in realtà oltre questi due che si sono rotti, altri due vetri si sono staccati dalla guida entro la quale scorrevano ma, per fortuna, si sono inclinati verso l’interno venendo così frenati dal materiale presente in questa seconda bacheca.
Naturalmente il personale del Museo ha ritenuto necessario avvisare tempestivamente chi di competenza e chiudere momentaneamente l’accesso a quel settore sia per problemi di sicurezza, sia per evitare manomissioni e furti.
Dopo un attento sopralluogo ritengo di dover attribuire la causa del cedimento al fatto che le guide entro cui scorrevano i vetri erano fissate con biadesivo e non avvitate: con i primi caldi la colla ha perso la sua adesività , le guide si sono abbassate ed i vetri, non più vincolati, sono precipitati.
Nonostante i ripetuti solleciti, soprattutto verbali, ad oggi non si è neanche provveduto a raccogliere i vetri caduti: in realtà io stesso ho provveduto a raccogliere una parte dei vetri (circa la metà ), li ho riposti in una scatola ed ho provveduto a scaricarli nelle campane verdi.
Premetto che non voglio attribuirmi alcun merito per quello che ho fatto: solo non ci si può rifugiare dietro la mancanza di soldi o di personale per tenere chiuso un settore dei Musei Civici di Palazzo d’Avalos.
Tra l’altro, a parte il servizio igienico che risulta permanentemente inagibile da innumerevoli anni, ho avuto modo di riscontrare altre problematiche, anche queste regolarmente segnalate, che sono rimaste lettera morta; per dire, la meno importante, riguarda la sostituzione, eseguita personalmente, di diverse lampadine (durante la visita di ieri ne ho contate altre 11) che sistematicamente si fulminano per sbalzi di tensione, in un impianto elettrico che dovrebbe essere almeno controllato.
Con tutta la comprensione per lo stato delle finanze di questa amministrazione, credo che una maggiore attenzione ad un patrimonio culturale che poche regioni possono vantare sia più che doverosa.