"La Pontida del prossimo 21 giugno sarà qualcosa di molto diverso dal passato. Il bello del raduno è che noi non toglieremo nulla, ma aggiungeremo: ci saranno nuove bandiere, nuovi colori, nuovi amministratori eletti in tutta Italia.
La Lega resta la Lega, ma a Pontida si aprirà un cantiere di lavoro impensabile fino a ieri. Tra l'altro, da qui al 21 giugno avremo adesioni che lei non sospetta. Tutto si è rimesso in movimento".
Le parole affidate al "Corriere" da Matteo Salvini dicono di un nuovo corso, di una nuova Pontida, di un nuovo modo di guardare alla politica e al Paese.
Ecco perché domenica 21 giugno sarò anch'io a Pontida, dove non sarei mai andato quando Padania e secessione erano i comandamenti di una Lega che aveva la necessità di un profondo restyling.
L'incontro tra il Movimento "Noi con Salvini", che stiamo strutturando a Vasto, che sta organizzandosi dal Lazio alla Calabria, isole comprese, e la "Lega Nord", capace di arrivare al 14,7 nelle Marche e oltre il 13 in Umbria, sarà l'incontro sui temi cruciali, e non più eludibili, di un Paese che, restando unito e compatto, è chiamato a ritrovare la proprio identità e ad opporsi a una sinistra buonista e fintamente caritatevole; una sinistra che ha spalancato le porte alla confusione e alla clandestinità , una sinistra che ha subito le imposizioni non di un'Europa dei popoli ma di un'Europa delle banche, costruita sul denaro e non sulla condivisione delle scelte.
È stupido dire che Salvini, come ogni italiano, sia antieuropeista. Un italiano, come un greco, non può essere antieuropeista, ma ha il dovere di essere contro questo modo di fare l'Europa, di essere Europa, un modo sbagliato che rischia di farci precipitare dove neppure immaginiamo. Vado a Pontida, oggi sì, per sentirmi ancor più italiano. Con l'italiano Matteo Salvini. Il Matteo giusto.