La Differenza seconda solo ai Nomadi, con una performance carica di energia ed un buon afflusso di pubblico: 20.000 persone hanno infatti assistito, secondo stime ufficiose, al quarto concerto pescarese del Primo Maggio. Tanti, dunque, gli spettatori che, dalla metà del pomeriggio di ieri, hanno presenziato alle esibizioni dei 13 artisti locali selezionati dall'Assessorato al Turismo e Grandi Eventi, seguite poi da La Differenza e dagli attesissimi headliners, i Nomadi. Inizio affidato al cantautorato profondo ed ironico di Pietro Di Meco: pregevoli ''Melissa'', ispirata da una ragazza di 15 anni che l'artista ha conosciuto a scuola, e ''Marco Bubù'', commovente ritratto del noto tifoso del Pescara, Marco Mazza, recentemente scomparso, al quale è stata intitolata la curva nord. Buona anche la resa live degli Eroi nel Vento, coverband dei Litfiba che abbiamo visto in crescita rispetto all'appuntamento di ''Coverland'' dello scorso agosto: da segnalare ''Maudit'', con cui hanno aperto il loro mini-show, ma anche ''Regina di cuori'' ed ''El diablo''. Decisamente in evoluzione anche lo stile degli Ecce Bombo, che, capitanati da Ivano D'Alimonte, continuano con il loro rock sanguigno e genuino. Nel backstage si aggiravano anche altri musicisti ''nostrani'', che pur non essendo saliti sul palco della kermesse, hanno voluto comunque far sentire il proprio sostegno ai temi del lavoro: Gianmaria Giampietro dei Lehdgravity, Francesco Altobelli e Tony Nevoso. Peccato solo aver dovuto constatare che, a causa dei ritardi accumulati nel corso del pomeriggio (complice anche la mancanza di ele ttricità , che è saltata in più occasioni), alla fine i vastesi La Differenza siano stati costretti ad ''accorciare'' la propria esibizione, riducendo i pezzi in scaletta da 5 a 3: se, così, ''Percezione 90'', ''Che farò'' e la nuovissima ''Un posto tranquillo'' (nelle radio dall'11 maggio), hanno avuto la possibilità di farsi apprezzare dall'ampio pubblico di piazza Salotto, sono state tristemente e coattamente falcidiate ''In un istante'', primo storico singolo della band, e ''Con il nastro rosa'' di Lucio Battisti, reincisa da Fabio Falcone e soci due anni fa in occasione della pubblicazione del loro primo cd, ''Preso''. Poco male: lo spettacolo offerto dal gruppo abruzzese è stato comunque energico e ben riuscito. Dopo i saluti di rito del Sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso, e dell'Assessore al Turismo e Grandi Eventi, Moreno Di Pietrantonio, è stata la volta dei Nomadi. Per chi ha avuto la possibilità di vedere più di un loro concerto, diventa difficile raccontare ogni volta in maniera diversa un copione che si ripete puntualmente allo stesso modo: non ci riferiamo alle canzoni, ma alla reazione del pubblico, calorosa e piena di affetto. Anche nel live che il gruppo emiliano ha tenuto a Pescara, la ''scaletta'' seguita dai fan è stata la medesima: cori inneggianti alla ''mitica'' formula «Sempre nomadi» già prima dell'inizio dello show, bandiere della pace che sventolavano fiere in mezzo al leggero vento che ha avvolto la serata, entusiasmo alle stelle quando la band è alfine apparsa sul palco. Tra le prime canzoni pr oposte al pubblico pescarese si segnalano ''La vita che seduce'', ''Con me o contro di me'', ''Sangue al cuore'' e la sanremese ''Dove si va'', portata un anno fa nella città dei fiori. Immancabili anche i siparietti tra Danilo Sacco e il chitarrista Cico Falzone, che hanno offerto come sempre anche la possibilità di dialogare con il pubblico e leggere i loro striscioni, o ricevere i loro regali. Durante i concerti dei Nomadi, è sempre così. Ci si incammina già verso il finale: ''Canzone per un'amica'' (cantata a turno da tutti i componenti), ''Dio è morto'' (che proprio nei giorni scorsi ha festeggiato i suoi quarant'anni di vita) e ''Io vagabondo'', che ha chiuso il set, non prima di una versione rock della sigla dell'Eurovisione. Pubblico soddisfatto, per una serata che si è conclusa all'incirca a 00.30.