Il Comune tassa i cittadini aumentando i tributi e istituendo nuove imposte, come quella di soggiorno, ma non si attiva per riscuotere i crediti.
Ammonta a circa 5 milioni di euro la somma che l’ente deve incassare per Ici, Tarsu e Tosap dovuti dalle attività commerciali ed imprenditoriali titolari di partita Iva, in un arco temporale che va dal 2007 al 2013. Alcune di queste imprese non pagano le tasse da diversi anni, accumulando debiti con il Comune che, in alcuni casi, sfiorano i 200mila euro.
La ricostruzione della situazione creditoria non è stata fatta dagli uffici comunali come sarebbe logico pensare, ma da un esponente della minoranza, Massimo Desiati che, affiancato dal collega Andrea Bischia, ha illustrato in conferenza stampa l’esito delle verifiche.
Il capogruppo consiliare di Progetto per Vasto si è preso la briga di effettuare i controlli che hanno riguardato solo le imprese, non essendo stati estesi ai privati cittadini.
«É stato un lavoro piuttosto lungo che ha impegnato dipendenti comunali, della Soget e dell’Aipa», attacca Desiati, «le verifiche sono state svolte in una postazione del Municipio messa a disposizione ed appositamente dedicata. Dai risultati dei controlli non possono che scaturire alcune considerazioni di carattere politico-amministrativo. Il Comune di Vasto, come tanti altri enti, si trova in condizioni di scarsa disponibilità finanziaria anche a causa dell’evasione di imposte e tasse locali. Ma invece di attivarsi per riscuotere i crediti preferisce procedere con costanti e generalizzati aumenti delle imposte e delle tasse, a cui, da quest’anno, si è aggiunta anche la Tasi. L’amministrazione preferisce imporre l’aliquota massima per l’addizionale comunale Irpef senza detrazioni per le fasce deboli, applicare l’aliquota massima per Imu e Tasi per le seconde case, non adoperarsi per abbassare i costi della raccolta dei rifiuti, eliminare alcune agevolazioni nel pagamento della Tarsu per le famiglie con persone con invalidità, applicare aumenti del 150% sulle insegne pubblicitarie delle attività del centro storico e della Marina, istituire la tassa di soggiorno per le attività ricettive da far pagare ai turisti. É assurdo aumentare le tasse ancora prima di recuperare i crediti e l’evasione accumulati negli anni», incalza Desiati, che è riuscito ad accedere agli atti solo dopo l’intervento della Commissione nazionale istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla quale l’amministrazione comunale si era rivolta con un quesito in cui si paventava l’ipotesi di poter negare la documentazione richiesta, anche con argomentazioni poco convincenti, quali la mancanza di un apposito elenco. Lo stesso sindaco Luciano Lapenna, nel giustificare l’iniziale diniego, si era appellato alla “privacy”, principio che – è stato chiarito dall’ organismo nazionale - non può certo impedire ad un consigliere comunale di esercitare la propria funzione di controllo.
«Il Comune non solo aumenta le tasse, ma vuole fare cassa sulla pelle delle famiglie con disagio sociale», rincara la dose Bischia, «si vanno a colpire i soggetti deboli perché altri soggetti non pagano. Tutto questo è inaccettabile».
I due consiglieri di Progetto per Vasto suggeriscono al Comune di predisporre un “piano di rientro” con le imprese debitrici.