Ninetto Davoli ha aperto la 19^ edizione del Vasto Film Festival.
Nel Cortile di Palazzo d’Avalos l’attore ha introdotto il film di Pier Paolo Pasolini Il Vangelo Secondo Matteo, inserito nella rassegna i Volti del sacro e ha risposto alle domande della giornalista Paola D’Adamo e del giornalista e conduttore di Uno Mattina Guido Barlozzetti.
Con i suoi 66 anni Davoli non è apparso per nulla diverso dal ragazzo scanzonato e dalla risata contagiosa tanto apprezzato da Pasolini, che lo volle in molti suoi film.
Davoli ha ripercorso tutte le tappe della sua carriera cinematografica e dell’incontro con Pasolini, avvenuto all’inizio degli anni ’60.
Cresciuto nel Borghetto Prenestino situato a Roma, nella Via Prenestina Giovanni “Ninetto” Davoli fu notato da Pier Paolo Pasolini che in quegli anni viveva nella capitale ed era impegnato nella conoscenza delle condizioni di vita nelle borgate romane, soggetto di diversi suoi romanzi e film. Impressionato dalla sua verace parlata romanesca e dalla sua simpatia Pasolini decise di affidargli il ruolo di coprotagonista nel film del 1966 Uccellacci e uccellini insieme a Totò, dopo una comparsata avvenuta 2 anni prima ne Il Vangelo Secondo Matteo.
Da quel momento Davoli divenne amico di Pasolini, al quale deve sicuramente il merito di averlo lanciato nel mondo del cinema. Ninetto Davoli ha ricordato nel corso dell’evento vastese la sua amicizia speciale: "Per me era una madre, un padre e un fratello. La nostra era un’amicizia era molto profonda. Pier Paolo aveva un rapporto particolare con il pubblico - ha detto Davoli - era amato e odiato. Da regista ha portato sullo schermo temi che la gente riteneva molto scottanti. E anche per Il Vangelo Secondo Matteo le critiche non mancarono, specie dalla stampa cattolica, la quale solo recentemente (dopo 50 anni) ha deciso di classificare il film come uno dei più belli sulla vita di Gesù".
Davoli ha ammesso che senza Pasolini sarebbe rimasto “un ragazzo come tutti, che faceva il falegname”.
Ninetto è ricordato dal grande pubblico anche per uno spot, della Saiwa, inserito all’interno di Carosello negli anni ’70. Nella pubblicità pedalava per le strade di Roma intonando una canzone che poi proseguiva solo fischiando. Lo spot divenne molto popolare e lo aiutò a farsi conoscere anche dai più piccoli. "Quello spot è stato importantissimo, una sicurezza", ha affermato Davoli.
Durante l’intervista ha invitato sul palco il suo nipotino di 4 anni, che è stato accanto a lui per il resto dell’incontro. A conclusione della cerimonia iniziale il sindaco di Vasto Luciano Lapenna ha consegnato a Ninetto Davoli il premio alla carriera. Lapenna ha anche chiesto all’attore un suo parere sul tragico avvenimento del 2 novembre 1975, quando Pasolini fu assassinato. Davoli, molto emozionato, ha ricordato con parole toccanti la morte del suo amico.