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TAGLIENTE E BOLOGNESE A RISCHIO PROCESSO PER CALUNNIA

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Niente archiviazione. Per il giudice di Chieti l'accusa di calunnia regge. Il Gip presso il Tribunale di Chieti, Marco Flammini, ha respinto la richiesta d'archiviazione formulata dal pubblico ministero, Lucia Campo, nei confronti di Giuseppe Tagliente e Giovanni Bolognese, rispettivamente consigliere regionale ed ex sindaco della città. Che adesso rischiano di andare a processo. I due sono stati citati in giudizio per calunnia dal magistrato Antonio La Rana, ex sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Vasto ed attuale sostituto procuratore generale presso la Corte d'Appello di Campobasso per un episodio, risalente ad alcuni anni fa, riguardante la nomina del presidente del consorzio industriale. Il Gip del Tribunale di Chieti, Enzo Flammini, ha infatti rigettato la richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero, Lucia Campo. Ventiquattro cartelle con cui il Gip, oltre a motivare la sua decisione, dispone che il Pm riformuli le accuse nei confronti di Tagliente e Bolognese, che sostennero, dinanzi alla magistratura teatina, di aver ricevuto pressioni dal dottor La Rana al fine di promuovere al vertice del Coasiv, consorzio per l'area di sviluppo industriale del Vastese, la candidatura di un suo amico. Riguardo ai due politici, che La Rana ha citato in giudizio per calunnia, il Pm aveva richiesto l'archiviazione. Esce di scena, invece, l'ex assessore comunale all'urbanistica, Nicola Mastrovincenzo, che non ha formulato accuse dirette nei confronti del magistrato.
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