Partecipa a Histonium.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Pista ciclabile a Vallone Lebba, l'associazione VastoLibera chiede ancora lumi

Centorami: "La spesa di oltre 600mila euro e l'abbandono dell'opera ci spingono a voler veder chiaro"

a cura della redazione
Condividi su:

Riceviamo dall'Associazione di promozione sociale "VastoLibera" e pubblichiamo integralmente, un articolato intervento sulla questione delle piste ciclabili a Vasto

"Ho letto nelle settimane scorse l’intervento del Consigliere comunale Nicola Del Prete in merito alla pista ciclabile di Vallone Lebba, terminata qualche anno fa e che ora giace in stato di abbandono. Si fa  riferimento alle dichiarazioni dell’Assessore all’Urbanistica Luigi Masciulli circa contenziosi in atto con l’Ente di Bonifica, alla cronistoria del progetto, alla successiva realizzazione della pista ciclabile. Le dichiarazioni dell’Assessore Masciulli in risposta ad un’interrogazione del Consigliere Davide D’Alessandro, paradossalmente ricalcano quelle rilasciate dal Sindaco Lapenna in tempi precedenti. Nessun riferimento ai tecnici ed ai Dirigenti che hanno seguito la progettazione e la realizzazione dell’opera pubblica in questione. È chiaro che in questa vicenda la cronaca richiede una sintesi soprattutto dal punto di vista tecnico-amministrativo, ma non si possono sottovalutare passaggi importanti che da anni come Associazione VastoLibera stiamo cercando di ricostruire.

Lo stesso Lapenna ammette le “travagliate opere per il completamento della pista e sua contabilizzazione”; si ricorda, poi, la chiusura del quadro economico e delle spese sostenute, determina del 4 febbraio 2014. Il sunto di questi argomenti, per dovere di cronaca, c’è e pare doveroso. Ci sono appunto aspetti che è mia premura rimarcare. Vorrei ricordare ai cittadini vastesi, a tutti i lettori di Histonium.net, al Sindaco, ai componenti l’Amministrazione comunale, che l’Associazione VastoLibera, già nell’ottobre 2012, e poi reiterando la richiesta il 17 giugno 2013, aveva chiesto i documenti in copia per meglio comprendere questa vicenda. La legge 241 sulla trasparenza, infatti, consente l’accesso ai documenti amministrativi.

La spesa di oltre 600mila euro ed il pressoché conseguente abbandono della pista ciclabile realizzata di nuovo, ci è parso subito “conditio sine qua non” si dovessero richiedere gli atti ufficiali relativi all’iter di questa opera, realizzata con soldi pubblici, e dunque dei cittadini, ed in parte cofinanziata. Nessuna risposta è venuta dall’Amministrazione alle nostre istanze, in barba alla sbandierata trasparenza amministrativa: questo è un fatto acclarato.

Nel febbraio 2014 viene pubblicata la determina finale relativa alla chiusura dell’iter: scopriamo, con somma meraviglia, documenti mai letti e che prontamente per  l’ennesima volta richiediamo. Nessuna risposta  è pervenuta circa la richiesta di copie del documento denominato “certificato di regolare esecuzione lavori pista ciclabile Lebba”; la domanda viene reiterata. Accade poi che a domanda ben precisa, è stata data diversa risposta! Alla richiesta della “corretta pubblicazione in albo pretorio” delle determine in questione, infatti, il Segretario Generale del Comune di Vasto, Dott.sa Rosa Piazza - domanda reiterata ben due volte – risponde demandando all’Arch. D’Ermilio la questione: pochi giorni dopo sono stato convocato dall’Arch. Pasquale D’Ermilio, Dirigente del Settore Urbanistica, per la consegna di copia delle determine del 2010 relative alla pista ciclabile Lebba. In sostanza, chiesta una cosa, se ne riceve un’altra! È  la prima volta che vivo una situazione di questo tipo…

Nei giorni seguenti protocollo due solleciti: uno sul certificato di “corretta pubblicazione” indirizzato alla Dott.ssa Piazza, e l’altro sulla “corretta esecuzione dei lavori” indirizzato all’Arch. D’Ermilio. Dopo un mese, non ottenendo alcuna risposta, diffido entrambi a fornire  ragguagli. In data 5 maggio 2014 ricevo finalmente gradita risposta dalla Dott.sa Piazza, che di nuovo  demanda ed indirizza la richiesta – argomentandola - al Dirigente del Settore Urbanistica. Dopo mesi e mesi di scambi epistolari, avrò la pazienza di attendere ancora qualche giorno le risposte per iscritto del Sig. Dirigente circa il certificato di pubblicazione delle determine del 2010 e il certificato di corretta esecuzione dei lavori della pista ciclabile Lebba. Attendendo probabili risposte, mi chiedo se sia possibile, per un’Amministrazione che si dice trasparente, tanto tempo e tanta fatica perché un cittadino ottenga documenti sulle opere pubbliche.

Non voglio poi pronunciarmi circa il vergognoso rimpallo di responsabilità sulla manutenzione dei canneti, sull’ancora peggiore vergogna dell’abbandono totale della pista ciclabile Lebba. Progettisti ed amministratori sapevano e dovevano prevedere,oltre alla buona esecuzione dei lavori, la regolare manutenzione nei mesi successivi. Dopo un esposto alla Guardia di Finanza, uno alla Corte dei Conti, dopo aver richiesto cinque/sei volte la corretta esecuzione dei  lavori, dopo due diffide a rispondere, alla Dott.sa Rosa Piazza e all’Arch. Pasquale D’Ermilio, dopo ennesimo rimpallo di competenze,ad oggi ancora più di ieri mi interessa leggere tutti i documenti sull’argomento per poi trarne le conclusioni.

Qualcosa abbiamo capito da tempo…questo atteggiamento da parte di diverse figure amministrative è lo specchio di una situazione ben più intricata e complessa. Oltre al lato prettamente tecnico, abbiamo rimarcato, comunicandolo agli Organi preposti, agli Enti ed alle Associazioni competenti, i numerosi pericoli che la pista ciclabile presenta. A tal proposito… ricordo che i percorsi ciclabili seguono in toto le regole del codice della strada: norme certe raccolte in articoli e commi. Abbiamo più volte descritto e fotografato chiodi sporgenti, guard-rail fuori posto e ad altezza di ginocchio, buche laterali, tratti letteralmente franati nel vallone sottostante, segnalato i numerosi pesanti tombini in ghisa divelti dalla fuoriuscita di liquami nei giorni di pioggia, talora addirittura mancanti. Ad oggi la situazione è palese. Non solo semplici canne ed infestanti.

Questi sono fatti reali, dimostrati e comunicati agli Organi competenti. Non si può sottacere, né sminuire questa realtà riversandola su altri. Quando si progetta e si esegue, bisogna anche prevedere e porre in essere misure necessarie. Numerose le violazioni che appaiono evidenti. Pare che neppure la questione sicurezza interessi all’Amministrazione ed a chi è preposto. Non voglio trattenermi oltre…sarebbe opportuno discuterne pubblicamente con i nostri Amministratori in dibattito aperto, magari con i progettisti presenti. Sono disponibile al contraddittorio. Come associazione ci siamo astenuti volutamente dalla querelle delle altre piste in progetto. Non ci siamo pronunciati sulla futura pista a Mottagrossa,la zona classificata come frana storica dall’autorità di bacino la dice lunga…davvero un’ottima scelta,c’è da complimentarsi! Il Pai regionale permette la realizzazione di opere pubbliche in deroga agli aspetti ostativi che toccano invece al privato. Troppo spesso coi soldi dei contribuenti si è miopi, molto miopi. Realizzare una pista ciclabile a Mottagrossa fa il paio con la pista a Vallone Lebba, con l’aggravante della reiterazione. Il tutto, naturalmente, senza previsioni sui futuri costi di gestione. In modo spicciolo e superficiale, semplicemente, si dice che le piste si pagano da sé. Ironia della sorte, purtroppo non si puliscono e si riparano né per magia né gratis.

Nonostante il silenzio reiterato, l’atteggiamento ostruzionistico,  l’ inerzia di quest’Amministrazione ‘chimera’, chiederò ancora spiegazioni e documenti nelle sedi opportune fino ad aver chiaro il quadro complessivo."

Carlo Centorami
Presidente Associazione VastoLibera
 

Condividi su:

Seguici su Facebook