Fili, gomitoli e colori sgargianti per la concretizzazione del progetto ‘Artisti Utili’, realizzato - nell’unità di Urologia dell’ospedale ‘San Pio da Pietrelcina’ di Vasto – dalle ragazze del corso biennale di Teoria e Pratica della Terapeutica Artistica dell’Accademia delle Belle Arti di Brera.
Dieci studentesse, unitamente al personale del reparto diretto dal prof. Luigi Schips tra medici, infermieri, operatori sanitari e gli stessi pazienti, con la guida della prof.ssa Tiziana Tacconi, direttrice del corso accademico, hanno dato vita negli ultimi 20 giorni ad una cosiddetta ‘Opera Condivisa’ che ha certamente ravvivato gli spazi della divisione medica urologica vastese, dando corpo all’incontro tra arte e medicina ed alla soddisfazione di bisogni che in questi stessi luoghi vanno anche nel senso di cura dell’anima e dello spirito oltre che del fisico.
Un titolo alle opere, messe su intessendo fili colorati su dei grandi tondi installati alla fine sulle pareti del reparto, è arrivato dagli stessi degenti: “Scintille colorate”.
E c’è anche un aspetto pratico che lega quanto realizzato allo stesso reparto: gli artisti impegnati hanno infatti raccontato di aver individuato nelle formazioni sferoidali avvolte a gomitolo dei glomeruli (contenuti nella sostanza corticale del rene) la metafora strutturale dell’opera condivisa.
A presentare il risultato di questo laboratorio d’arte, ieri mattina, nel corso di una conferenza, oltre alla prof.ssa Tacconi ed alle studentesse dell’Accademia di Brera, c’erano – tra gli altri – Adina Pugliese, la coordinatrice del progetto e dalla cui idea è nato questo percorso, il primario di Urologia Luigi Schips ed i rappresentanti della Meta Edizioni e della Pacinotti e Ab Medica che hanno dato un sostegno all’iniziativa. Presente anche la dott.ssa Tiziana Spadaccini, responsabile della Formazione aziendale della Asl Lanciano-Vasto-Chieti, giacché l’esperienza è valsa come opportunità per acquisire crediti formativi (il massimo previsto, 50) da parte dei 31 operatori sanitari coinvolti.
Alla fine sono stati 150 i manufatti ottenuti, segno tangibile di un’attività innovativa, interessante e certamente coinvolgente. “Le opere condivise – ha spiegato la prof.ssa Tacconi – sono motivo di vanto per chi le realizza e di ammirazione per chi le guarda. E l’arte contemporanea – ha aggiunto – ha trovato nell’ospedale il luogo giusto per richiamare tutti a godere di quelle ricchezze che la rendono viva e terapeutica”.