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Tribunali in bilico salvi fino al 2018: per Vasto e Lanciano si guarda oltre

Tavolo di coordinamento della Provincia di Chieti per modificare la riforma della geografia giudiziaria

a cura della redazione
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Non basta la salvezza fino al 2018: la Provincia di Chieti guarda oltre per quel che concerne il futuro dei due Tribunali del territorio ancora sotto la scure dei tagli della riforma della geografia giudiziaria in Italia.

L’estensione, dal 2015 ad ulteriori 3 anni, della vita delle sedi di Vasto e Lanciano non può accontentare rappresentanti istituzionali ed operatori del settore Giustizia ed ecco che è la Provincia a farsi promotrice di una nuova iniziativa, con il coordinamento di un tavolo messo in campo allo scopo di “elaborare e sostenere proposte modificative della riforma”.

In Abruzzo, oltre a Vasto e Lanciano, sono interessati dalla riforma i Tribunali di Avezzano e Sulmona. Per il neo tavolo nei giorni scorsi, a Chieti, si è tenuto un incontro, alla presenza di amministratori dei comuni coinvolti, dei rispettivi riferimenti degli Ordini Forensi e dei Comitati per la Difesa dei Tribunali minori che hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con i parlamentari del territorio ed i rappresentanti della Regione.

“Abbiamo deciso di condividere - spiega Enrico Di Giuseppantonio, presidente della Provincia di Chieti - un progetto credibile, espressione dell’impegno di tutti i livelli di governo abruzzesi, degli ordini professionali e dei vari Comitati regionali e di intraprendere un percorso operativo che consenta una revisione delle circoscrizioni giudiziarie. Questo, però, secondo criteri diversi da quelli adottati finora dal Governo, che non tengono conto affatto delle realtà territoriali bensì falciano servizi essenziali in nome della spending review”.

A giudizio di Di Giuseppantonio sono due le priorità da seguire: “Al Senato chiederemo l’immediata calendarizzazione della proposta di legge di iniziativa popolare per la revisione della geografia giudiziaria e contemporaneamente verificheremo la possibilità del mantenimento degli uffici giudiziari consentita dal decreto Milleproroghe”.

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