Aprire una riflessione "seria e ponderata" sulla questione della cessione, al Comune di Vasto, con impegno economico a carico dell'ente, degli impianti sportivi dell'Opera Salesiana. Il provvedimento è stato portato all'attenzione del Consiglio comunale, ma ha ottenuto un rinvio.
Ad intervenire sollecitando maggiori approfondimenti sulla questione è Davide D'Alessandro, consigliere comunale indipedente, che ricostruisce l'intera storia.
"Leggendo gli articoli sui debiti contratti dall’Opera Salesiana e sull’ipotesi di acquisto del segmento sportivo da parte dell’Amministrazione Comunale di Vasto, ho pensato alle origini di questa benemerita struttura. Mi sono chiesto: chi ne ha materialmente favorito la realizzazione? (a quella politica aveva già provveduto il sen. Giuseppe Spataro). Non voglio sbagliare, ma non è stato forse quel 'tal' Carlo Della Penna, fondatore e finanziatore dell’omonimo 'asilo d’infanzia', a donare i 30.000 mq. di terreno necessari alla sua istituzione? Già , sempre lui: il vecchio migrante vastese in terra d’Argentina che, dopo aver pionieristicamente accumulato capitali nella Buenos Aires di Jorge Luis Borges, di Carlos Gardel e del pittore Juan Del Prete, ha pensato bene di riversare una parte della ricchezza acquisita in opere di beneficenza nella sua città di nascita. E non a pioggia, ma con un chiaro intento: la formazione delle classi popolari sulla base del programma ideologico tracciato nel monumentale pannello bronzeo allocato nell’ormai desolato 'asilo d’infanzia', dal titolo Il trionfo del lavoro (1954), opera di Enrico Manfrini (1917-2004), chiamato lo 'scultore dei papi' per la sua attività artistica in Vaticano tra i pontefici Pio XII e Giovanni Paolo II.
Quando Carlo Della Penna muore, il 30 novembre 1971, ha già potuto vedere i frutti della sua donazione. Dopo la posa della prima pietra per il nuovo istituto, il 4 settembre 1961, e l’inaugurazione avvenuta il 3 ottobre 1966, il 14 ottobre 1968 l’Opera Salesiana apre ufficialmente il Centro di Formazione Professionale per carpentieri, elettricisti, elettromeccanici, tornitori (con annesso campo di pallacanestro attivato un po’ di mesi dopo: il 12 gennaio 1969). Insomma, sulla base di quei tre ettari donati, il progetto educativo del vecchio mecenate trova compimento: da un lato, una scuola dell’infanzia allora pienamente funzionante; dall’altro, una struttura formativa (CFP) la cui funzione è quella di 'un istituto che vuole aiutare giovani ed adulti a perfezionare la propria formazione professionale ed aiutarli ad entrare nel mondo del lavoro'.
Questo per il passato. Ma per l’oggi? Le domande che mi e vi pongo sono le seguenti:
1) La volontà del donatore del terreno – vale a dire di Carlo Della Penna – era legata all’istituzione di un CFP oppure era priva di clausole? Va da sé che la risposta a tale quesito implica la necessaria conseguenza. In altre parole, è giusto o meno comprare qualcosa per la quale il donatore poteva aver previsto altra destinazione? Non so come stanno i fatti. Sarebbe in ogni caso opportuno leggere le carte, non fosse altro perché gli atti compiuti in vita da un benefattore come Carlo Della Penna possano trovare in qualche modo soluzione.
2) Perché il privato viene amato il lunedì dall’Amministrazione Lapenna (vedi Parcheggio Multipiano, Piscina, Palazzetto dello Sport) e temuto o, peggio, odiato il martedì?
3) Il Comune acquisisce a Patrimonio una ricchezza o un problema, visto che il giorno dopo si porrà la scottante questione della gestione?
4) Non è che con il bando per la gestione, che il Comune sarà costretto ad effettuare, il privato, allontanato dalla finestra, rientra dalla porta, pagando magari 1.000 euro al mese come per il Multipiano?
5) Prima di parlare di un reale valore di 4 milioni e 100 mila euro (cifra frutto di una semplice e approssimativa relazione), non sarebbe necessaria una bella perizia esterna e indipendente in modo da valutare senza dubbi di sorta l’intera struttura?
6) Perché non si pensa di impiegare la stessa somma richiesta dall’Opera Salesiana per sistemare le strutture sportive di proprietà pubblica, che versano in condizioni disastrose?
7) Qualora dovessero entrare in crisi altri istituti religiosi impegnati con strutture sportive, il Comune sarebbe chiamato a rilevarle tutte per evitare due pesi e due misure?
Come vedete, a fronte di queste domande che esigono risposte e chiarimenti, nessun consigliere comunale avveduto può essere contrario o favorevole a priori, ma occorre aprire una riflessione seria e ponderata. Non ci possono essere temi di lesa maestà e la levata di scudi dei colleghi Lapenna e Forte, contro chi si è permesso di sollevare dubbi e perplessità , lascia il tempo che trova. Lo dico senza alcuna forma polemica. Su un’operazione così complessa, la faciloneria e l’eccessiva disinvoltura di oggi potrebbero essere pagate a caro prezzo, domani, dall’intera comunità ".