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Sviluppi giudiziari per la morte di Cosimo Cava dopo una rissa: 48enne arrestato

Sentenza esecutiva e provvedimento concretizzato dai Carabinieri

a cura della redazione
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Sviluppi giudiziari per l'episodio della rissa in un casolare di località Piana Sant'Angelo a San Salvo al culmine della quale perse la vita Cosimo Cava, 40enne originario della provincia di Brindisi che da qualche anno si era stabilito nel Vastese svolgendo alcuni lavori a tempo.

Su disposizione della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di L’Aquila, i Carabinieri hanno eseguito un ordine di carcerazione nei confronti di F.M., 48enne di San Salvo, che dovrà espiare la pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione per il reato di rissa aggravata. L’uomo, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato associato alla casa circondariale di Torre Sinello di Vasto.

I fatti risalgono al gennaio del 2007 quando i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Vasto rinvennero, nei pressi di un casolare di campagna ubicato in località Piana Sant’Angelo di San Salvo, il cadavere di Cosimo Cava, 40enne morto, come poi fu accertato, a causa dei calci e pugni ricevuti nel corso di una rissa.

A seguito delle indagini svolte dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Vasto e della Stazione di San Salvo, vennero denunciate in stato di libertà, con l’accusa di rissa, 7 persone tra le quali anche F.M. che fu deferito anche con l’accusa di omicidio preterintenzionale. La ricostruzione fatta dagli uomini dell’Arma permise di accertare che la rissa scoppiò durante i festeggiamenti, come da tradizione, per l’uccisione di un maiale.

Assolto dalla Corte d’Assise del Tribunale di Lanciano nel 2010, F.M. è stato poi ritenuto colpevole nel 2012, nel processo di secondo grado, dalla Corte d’Assise d’Appello di L’Aquila che, riformulando la sentenza di primo grado, lo condannò a 3 anni e 6 mesi di reclusione. Diventata definitiva nel 2013, a seguito della sentenza della Corte Suprema di Cassazione che ha rigettato il ricorso formulato da F.M., la Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di L’Aquila ha disposto, nei giorni scorsi, che la sentenza diventasse esecutiva, incaricando i Carabinieri della Stazione di San Salvo di eseguire l’ordine per la carcerazione.

 

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