L’ultimo incidente avvenuto in territorio di Vasto (qui l'articolo) ripropone all’attenzione la questione del piano di contenimento dei cinghiali di iniziativa della Provincia di Chieti. E ne sottolinea la mancata concretizzazione il consigliere provinciale e capogruppo del Pd Camillo D’Amico.
“Con l’adozione della delibera di giunta n. 218 del 26/7/2013 la Provincia di Chieti – ricorda D’Amico - predispose la pianificazione triennale per il contenimento della specie cinghiale. La delibera era la messa in atto di quanto aveva deliberato allo scopo il Consiglio provinciale. Meglio tardi che mai, dopo avere inutilmente perso quattro lunghi anni a non agire né reagire alle tante ed innumerevoli denunce per l’alto numero di cinghiali con i considerevoli danni alle colture agricole, gli incidenti stradali e la caccia di frodo, i numerosi pericoli per l’incolumità dei cittadini e la sfortunata fine di un cittadino di Casalbordino vittima del vergognoso fenomeno del bracconaggio. Adesso – prosegue - c’è anche un assessore, Franco Moroni, delegato all’attuazione del piano di contenimento della specie cinghiale che deve darsi un gran da fare in considerazione del tempo limitato a disposizione e della ripresa di segnalazioni dopo la chiusura della stagione venatoria che ha prodotto un sensibile calo numerico in virtù dei numerosi abbattimenti”.
E torna in auge la questione dei cosiddetti ‘selecontrollori’, cacciatori specializzati e formati proprio per la caccia al cinghiale che possano agire anche al di fuori dei limiti temporali del calendario venatorio regionale.