Può restare agli arresti domiciliari per altri tre mesi almeno l’ex assessore Luigi De Fanis, coinvolto, con le accuse contestatagli di concussione e peculato, nell’inchiesta su un giro di presunte tangenti per l’assegnazione dei fondi al settore regionale della Cultura.
La decisione è del Tribunale del Riesame dell'Aquila.
A De Fanis la misura cautelare è applicata dal 12 novembre scorso. Il pm di Pescara, titolare dell’inchiesta, Giuseppe Bellelli, aveva dato parere contrario alla revoca dei domiciliari richiesta dalla difesa dell’uomo politico di Montazzoli. Il giudice del Riesame Giuseppe Romano Gargarella ha motivato il mantenimento della misura sulla base di un persistente “pericolo di inquinamento delle prove per via dei rapporti con la coindagata Lucia Zingariello”, sua ex segretaria, pure lei coinvolta in questa vicenda.
I legali dell’ex assessore De Fanis, Domenico Frattura e Massimo Cirulli, hanno già annunciato ricorso in Cassazione. L’ultimo è il secondo ricorso respinto sul caso De Fanis. In prima istanza anche il Gip del Tribunale di Pescara, Mariacarla Sacco, inizialmente investita della questione aveva respinto la richiesta di revoca dei domiciliari o, in alternativa, l’applicazione di una misura meno pesante. L'inchiesta scaturì dalla denuncia di un imprenditore, dopo presunte richieste di denaro da parte dell'ex assessore in cambio dell'erogazione di fondi per l'organizzazione di manifestazioni ed eventi culturali, relativi, in particolare, all’organizzazione di appuntamenti celebrativi dei 150 anni della nascita di Gabriele d'Annunzio, ma non solo. Secondo l'accusa, infatti, De Fanis avrebbe pretesto soldi anche per l'organizzazione del concorso internazionale di musiche da film 'Mario Nascimbene Award', e per un evento proposto al Salone del Libro di Torino.