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Imposta di soggiorno a Vasto e una 'dazione' di 'troisiana memoria'

Da operatore ed ex amministratore comunale le parole di Francescopaolo D'Adamo

a cura della redazione
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Parla in qualità di comproprietario di un bed & breakfast del centro di Vasto, e dunque da diretto interessato, ma anche come ex amministratore comunale Francescopaolo D’Adamo relativamente all’istituzione dell’imposta di soggiorno a Vasto.

Lo fa dopo aver preso parte, martedì pomeriggio nella sala consiliare ‘Giuseppe Vennitti’ di palazzo di città, all’incontro convocato dall’assessore al Turismo Sputore sulla questione.

“Se avessi saputo di partecipare ad un incontro su ‘come’ si deve pagare la tassa di soggiorno e non su ‘perché’ si deve pagare la tassa di soggiorno, sarei restato a casa – commenta D’Adamo -. Una provocazione: si chiama tassa di soggiorno o tassa di pernotto? Perché a Vasto, almeno per quanto riguarda le piccole strutture, i ’turisti’ arrivano la sera e ripartono immediatamente la mattina successiva. Non basta il golfo e non bastano nemmeno le altre bellezze naturalistiche e culturali cittadine a trattenere queste persone”. Poi aggiunge: “Se io passo davanti ad una vetrina e leggo euro 9,99, invece di euro 10, pur sapendo che è la stessa cosa e che nemmeno mi verrà reso il centesimo in più, psicologicamente sarò invogliato all’acquisto. Ora se un ’turista’ legge tassa di soggiorno e dovrà pagare 31 euro invece di 30 euro, sarà infastidito e a causa di questo ‘misero’ euro di differenza, preferirà recarsi in un paese vicino dove questa tassa non si paga. Il più delle volte sarà lo stesso gestore che dovrà, per forza di cose, accollarsi questa tassa, gravando ulteriormente sul già misero introito (tra l’altro circoscritto ad un periodo limitato). Riconfermo quanto già detto ripetutamente in precedenza: cosa offre questa città, più di altre, tanto da ‘pretendere’ una tassa di soggiorno? Se riteniamo che le nostre manifestazioni abbiano valore, richiediamo una tassa di soggiorno per il giorno (o per i giorni) in cui questa manifestazione si svolge. Potremo così, oltre a ottenere un contributo per la realizzazione di quanto proposto, anche valutare il valore di richiamo che queste manifestazioni hanno sui flussi turistici. Se un turista arriva la sera, attraversa come nel caso della mia struttura, strade sconnesse, sporche e buie, e riparte la mattina successiva, come si fa a chiedere la pur minima ‘tassa’ di soggiorno?"

"Per entrare a Vasto? ‘Un fiorino!’e tutti ridono… tranne chi ha investito tutti i risparmi per inventarsi una attività alternativa alla ‘assenza’ di lavoro, una alternativa per la città che altrimenti non sarebbe esistita. L’amministrazione comunale, con l’istituzione della tassa di soggiorno – conclude D’Adamo -, ha ulteriormente dimostrato di non avere idee di sviluppo, di non conoscere una strada da seguire. Insomma, come a livello nazionale, i ‘politici’ sanno solamente ‘pretendere’ denaro da spendere come loro aggrada”.

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