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PILKINGTON, LE ASSUNZIONI DOPO LA PAURA

a cura della redazione
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In poco più di un mese - dall'incendio di quel 27 gennaio che certamente resterà negli annali di questo territorio - l'attività della Pilkington a San Salvo è tornata a pieno regime. A 40 giorni dal rogo che ha mandato in fumo il reparto ''accoppiato'' dove si producono i fogli che legano i parabrezza, infatti, il lavoro all'interno dello stabilimento vetrario di piana Sant'Angelo non manca e, oltre ad essere stata praticamente azzerata la cassa integrazione scattata proprio a seguito dell'emergenza, l'azienda ha anche proceduto all'assunzione di trenta lavoratori con contratti di tipo interinale per far fronte all'aumento degli ordinativi dell'ultimo periodo. Il piano di risanamento del sito sansalvese, relativamente alla parte messa ko dall'incendio, sta dando dunque buoni frutti, ed anche in tempi celeri. Situazione salutata con soddisfazione sia dagli azionisti della multinazionale giapponese Nippon Shitton Glass, proprietaria dell'azienda, sia da parte dei sindacati e degli stessi lavoratori. Una capacità di fare ''squadra'' che ha giocato un ruolo decisivo nel superamento della difficile fase e, nel contempo, anche nell'apertura di nuove importanti prospettive per il futuro di questo fondamentale polo occupazionale del territorio Vastese che garantisce un posto a quasi duemila dipendenti. Il clima che si respira nell'insediamento della zona industriale di San Salvo (in altre zone della quale permangono, invece, preoccupanti situazioni di crisi come per la Denso e per alcune fabbriche dell'indotto) è pertanto di compiacimento e connotato da fiducia. Ed anche i dirigenti del colosso vetrario nipponico, che più volte in questo ultimo periodo sono stati presenti a San Salvo proprio per rendersi conto di come andavano avanti i piani di risanamento, sono rimasti piacevolmente stupiti dal modo in cui è stato affrontato il delicato passaggio e dall'impegno generale a far sì che l'attività lavorativa e le produzioni non subissero consistenti e negativi ridimensionamenti. L'incendio dello scorso 27 gennaio alimentò non pochi timori e dubbi in un territorio già dal punto di vista occupazionale penalizzato da altre spinose e preoccupanti vertenze. Notevoli furono i danni (stimabili in svariati milioni di euro), ma altrettanto notevoli sono stati i piani ed i progetti di ritorno alla normalità dell'attività messi subito in campo dal management aziendale con la laboriosa e convinta partecipazione delle maestranze. Quelle dense nubi di fumo nero che aprirono nuovi scenari di pessimismo sul territorio, insomma, sono state nei fatt spazzate via.
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