Una buona notizia per i pazienti afflitti da disturbi urinari causati dall'ipertrofia prostatica benigna.
All'Urologia di Vasto già da qualche settimana viene utilizzato il laser 'green light', la più recente evoluzione dello strumento a olmio già impiegato per tale patologia. Si tratta di una metodica che permette di migliorare il trattamento alternativo alla chirurgia tradizionale, con una convalescenza più rapida e minori effetti collaterali, con il risultato di un ritorno del paziente alla vita normale nel giro di pochi giorni.
«L'intervento, con basso grado di invasività , può essere praticato in regime di day hospital o con un breve ricovero e offre un sollievo immediato dai sintomi a carico delle vie urinarie – spiega Luigi Schips, direttore dell'Urologia di Vasto -. Nella nostra unità operativa facciamo ricorso ormai abitualmente a tale pratica mini invasiva, utilizzata sempre più spesso in alternativa alla resezione trans uretrale della prostata (TURP), anche in considerazione della più bassa incidenza di effetti collaterali e complicanze».
La differenza risiede nella tecnologia, poiché green light utilizza una luce laser, non un bisturi o l'energia termica, per rimuovere con precisione il tessuto. Quello che il green light realizza è una fotovaporizzazione del tessuto prostatico ipertrofico. La vaporizzazione laser riduce al minimo la perdita di sangue, ragione per la quale tale pratica si rivela particolarmente indicata anche per pazienti che assumono farmaci anticoagulanti o antiaggreganti.
Rispetto alle complicazioni segnalate per le altre procedure minimamente invasive, green light offre una serie di vantaggi: minori effetti collaterali legati all'attività sessuale, meno necessità di nuove cure, breve periodo di cateterismo, minori costi.
L'intervento viene eseguito di norma in regime di day hospital, o al massimo con un ricovero di una notte post operatoria, e produce una rapida scomparsa dei sintomi dopo 24 ore dall'intervento, anche se la ripresa post operatoria è molto legata alle condizioni del paziente, che di norma può tornare alle normali attività entro pochi giorni. Gli studi clinici rivelano che tale terapia offre una risoluzione duratura dei sintomi, per un periodo di almeno cinque anni.
Com'è noto, l'ipertrofia prostatica benigna è una patologia caratterizzata dall'aumento delle dimensioni della ghiandola prostatica per una crescita benigna del suo tessuto, e riguarda più del 50 per cento degli uomini dopo i 40 anni, e si manifesta con un ripetuto bisogno di urinare che finisce col condizionare in modo significativo le normali attività quotidiane e la vita di coppia. Si tratta quindi di un disturbo che genera non poco disagio nella popolazione maschile e che richiede, quindi, un approccio terapeutico adeguato e personalizzato.