“Occorre perseguire il bene più vero per tutti e non inseguire protagonismi egoistici e ricerche di approvazione che sono moralmente ingiustificati”. È stato questo il monito dell’arcivescovo della diocesi di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte, rivolto ai politici, con chiaro riferimento alla crisi di governo, aperta in questi ultimi giorni.
C’era molta attesa ieri mattina nella chiesa di Santa Maria Maggiore, in occasione della Messa solenne, in onore del patrono San Michele Arcangelo, per le parole del pastore diocesano sulla gravità della scena politica italiana, che rischia di mandare il Paese “incontro a un baratro”. “Io prego affinché la saggezza, la responsabilità prevalga sull’egoismo e sull’irresponsabilità. Chiediamo veramente misericordia, perché ciò che è in gioco è la serenità sociale e il futuro di tante famiglie. Soprattutto, pensiamo e preghiamo per i più deboli, per i più poveri che spesso sono quelli che pagano il prezzo più alto dei momenti di crisi e d’instabilità”.
Molto intensa anche l’omelia, attraverso l’analisi delle letture. Partendo dal brano del profeta Amos, Mons. Bruno Forte ha affermato come nel testo “si rivela se chi agisce nella responsabilità politica lo fa per se stesso, per il proprio egoismo oppure ha a cuore il bene comune, che vuole con responsabilità evitare la fine di tutti”.
“Chi ha il senso della sovranità e dell’ascendenza di Dio, che scruta i cuori e giudica in coscienza”, ha sottolineato ancora mons. Forte, “capisce come non si può vivere per se stessi anteponendo il proprio calcolo, i propri interessi ad ogni altra cosa, specialmente al bene comune, al bene dei più poveri; come sia necessario operare per la giustizia, agire con rettitudine, essere pronti a sacrificare il proprio bene, se è necessario, per il bene di tutti. Ecco che cosa Paolo chiede a Timoteo e in lui a tutti coloro che si riconoscono discepoli del Signore e che accettano di vivere la propria vita davanti a Dio che da la vita, e di obbedire ai suoi comandamenti che sono luce che scruta nel profondo dei cuori e che guida alle grandi scelte della vita. Le vicende del Novecento ci hanno fatto capire che il grande dramma non è stato l’ideologia, ma il fatto che spesso l’ideologia di destra o di sinistra ha tolto agli uomini la coscienza pulita, cioè il senso di dover rispondere ad un tribunale supremo ultimo, profondo che valuta la coscienza, e che il credente facilmente riconosce come tribunale di Dio, per tutto ciò che noi facciamo in questa vita, in questo momento”.
L’appello è quello che deve essere rivolto alla coscienza, al giudizio alla fedeltà di ciò che siamo e facciamo per il bene comune e l’amore per gli altri. Occorre sacrificare se stessi per il bene comune esigendo una misura di vita morale e spirituale come hanno fatto i grandi protagonisti che hanno fatto l’Europa, uomini dalla profonda vita spirituale e dalla fede cristiana radicata, convinta e quotidianamente vissuta, che sono stati i grandi artefici della rinascita dei loro paesi devastati dalla barbarie e dai totalitarismi della guerra.
“Che San Michele Arcangelo aiuti tutti noi”, ha concluso l'arcivescovo, “aiuti i responsabili della cosa pubblica, a tutti i livelli, in questo momento penso specialmente alla vita politica del Paese, ad agire in maniera responsabile, anteponendo il bene comune al bene egoistico, personale, dando dignità e coraggio alle coscienze per obbedire a ciò che è il bene più vero per tutti e non inseguire protagonismi egoistici e ricerche di approvazione che sono moralmente ingiustificati”.
Nel pomeriggio, alle 18, il vescovo sarà ancora a Vasto per presiedere la Santa Messa serale e partecipare alla solenne processione che riporterà la statua dell’Arcangelo Michele nella propria chiesa.