Fuochi d'artificio in cielo e in mare poco dopo la mezzanotte, restano invece spenti quelli dei falò nella zona a sud della riviera.
Dopo anni sono diventati divisi i tradizionali fuochi della notte tra il 16 ed il 17 agosto a Vasto Marina. I serrati controlli delle forze dell'ordine, in applicazione dell'ordinanza richiamata il 14 agosto dal sindaco di Vasto Luciano Lapenna che vieta l'accensione dei fuochi sulla spiaggia, hanno determinato questa situazione scatenando la protesta di tanti ragazzi, giovanissimi per la gran parte.
Già nel pomeriggio di ieri, dopo un'iniziale serie di verifiche, era montata la rabbia di alcuni di loro, sfociata pure nel blocco momentaneo della circolazione stradale sulla trafficata Statale 16 Adriatica, in località San Tommaso, all'altezza degli Hotel Rio e Sabrina.
Poi, a costituire il deterrente all'arrivo in spiaggia con carichi di legna ed altro materiale ci sono stati pattugliamenti e presenza massiccia di Polizia, Carabinieri, Polizia Municipale, Guardia Costiera, Corpo Forestale dello Stato e uomini della Protezione Civile. Le forze dell'ordine hanno bloccato alcuni mezzi che trasportavano legna da ardere proprio nei preventivati falò e anche un altro mezzo che trasportava attrezzature musicali per uno spettacolo da realizzare in spiaggia ma non autorizzato.
Un dispiegamento di notevole portata e per molti esagerato, finalizzato ad impedire i falò. Da una parte la rabbia e l'amarezza dei tanti ragazzi ed anche la polemica che monta a livello politico (con le dichiarazioni avverso la scelta repressiva del sindaco avverso i falò da parte del segretario cittadino del Pd e consigliere comunale Antonio Del Casale), dall'altra anche la sottolineatura del rispetto delle regole e del contrasto ad un fenomeno che si era spesso trasformato, con eccessi, in discoteche all'aperto, sporcizia in spiaggia e danneggiamenti all'ambiente locale con l'arenile al mattino trasformato in un 'campo di battaglia'.
Per diverse comitive di ragazzi, con arrivi anche da fuori città , non è rimasto che 'emigrare' in spiagge di comuni vicini.