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Consorzio di Bonifica, 'balletto' sull'ammontare dei debiti maturati dall'ente

Il presidente Marchetti: 'Sono 14, non 23 milioni di euro'

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Contesta il deficit di 23 milioni di euro evidenziato dal presidente del collegio dei revisori, Raffaele Felice in una corposa relazione di 20 pagine e parla di una situazione debitoria più contenuta pari a 14 milioni di euro.

Arriva dal presidente del Consorzio di Bonifica Sud, Fabrizio Marchetti, l’altra versione sui conti in rosso dell’ente i cui dipendenti sono senza stipendio da quattro mesi. Prendono le distanze da Felice anche due componenti del Collegio che si dissociano e parlano di “posizione personale non condivisa dall’intero organo di controllo”. Mentre Massimo Desiati, capogruppo consiliare di Progetto per Vasto, chiama in causa i rappresentanti istituzionali del territorio targati Pdl.

L’intervento del presidente del collegio dei revisori, che ha sparato a zero sulla gestione Marchetti e su quella del suo predecessore, Giuseppe Torricella, addebitando a entrambe le colpe per i deficit accumulati negli ultimi sette anni, ha scatenato una serie di reazioni. A cominciare dai vertici del Consorzio di Bonifica sud. «Come può un revisore contabile affermare che il disavanzo di amministrazione dell’anno 2012 provenga dalla sommatoria algebrica dei disavanzi degli anni 2003-2013 e attestarsi a quota 23 milioni di euro?», attacca Marchetti, «al presidente del collegio sindacale sin dall’insediamento dell’attuale amministrazione sono state notificate undici relazioni del Direttore del Consorzio, Nicolino Sciartilli, che sistematicamente procedeva in una puntuale ricognizione della situazione finanziaria in cui versava l’ente, indicando di volta in volta un piano di contenimento della spesa corrente e opportune iniziative per aumentare le entrate correnti. L’ultima relazione del direttore (16 maggio 2013) rappresentava una situazione debitoria pari a 14.235.349 euro e una situazione creditoria pari a 3.104.577 euro. Attualmente il Consorzio è senza tesoriere con tutte le conseguenze immaginabili. La Carichieti ha revocato la linea di credito perché il presidente del Collegio dei revisori non ha voluto sottoscrivere il piano economico necessario al riequilibrio finanziario dell’ente con le indicazioni delle azioni messe in atto dalla deputazione amministrativa. L’ente si è visto costretto ad indire una nuova gara per l’affidamento di tesoreria che è andata deserta e dal primo luglio è senza servizio», conclude Marchetti.

Insomma, balletto delle cifre a parte, la situazione è tale da destare preoccupazione e allarme. Di chi le responsabilità?

Desiati parla di «arroganza, insolenza e pusillanimità dimostrata da parte dei cosiddetti livelli politici che sopraintendono alla gestione consortile», e chiama in causa «tutti i rappresentanti istituzionali del territorio iscritti all’identico partito, forti dell’appartenenza ad un’unica filiera politica che non sentono il dovere, per dignità politica, di prodigarsi per mettere mano alla situazione fallimentare del Consorzio». «Ma non c’è proprio nessuno che possa intervenire? Ad iniziare dal presidente della Regione, Gianni Chiodi», conclude il consigliere comunale. «Il responsabile politico di questa situazione si chiama Mauro Febbo, assessore regionale all'Agricoltura, spalleggiato dal rappresentante dei consorzi di bonifica, Roberto Roberti (questi presidente del Consorzio di Bonifica Centro) che hanno bloccato ogni tipo di riforma». Lo afferma il capogruppo del Pd alla Regione Camillo D'Alessandro.

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