Per otto lunghi anni, dividendosi tra lavoro e famiglia, ha costruito con le sue mani la barca sempre sognata per navigare nell’Oceano con il vento in poppa. Dopo quasi 365 giorni di navigazione, Michele Cassano, 40 anni, imprenditore vastese d’adozione e originario della provincia di Padova, a bordo della sua My way 60, ha fatto rientro nel porto di Punta Penna.
«Mi è mancata la mia famiglia. Ma mia moglie Marisa e mia figlia Sofia hanno sognato con me, hanno creduto in me e mi hanno appoggiato in questa avventura, anche se ha significato separarci per un po’», dice Cassano.
Una lunghezza di 18,30 metri, 5 di larghezza, 26 di albero, 500 metri quadri complessivi di vela, l’imbarcazione sulla quale è salito anche il medico vastese Angelo D’Ugo, era salpata lo scorso settembre. A completare l'equipaggio due esperti velisti, Emanuele Gerosa e Ruggero (detto Max) Apparunti. La rotta verso le isole Canarie prima per unirsi ad altre 250 imbarcazioni in partenza da Las Palmas per l’annuale regata oceanica Arc (Atlantic rally for cruiser). Da novembre, poi, i natanti hanno fatto vela verso il Centro America, attraversando l’Oceano Atlantico fino ad arrivare a Santa Lucia, nei Caraibi. «I sogni ci spingono e ci animano. È così che ho progettato e costruito da solo My way 60 e sognato di fare la traversata atlantica e i sogni», aggiunge, «talvolta possono davvero diventare realtà», racconta.
Un viaggio lungo, alla scoperta di posti nuovi e poi la competizione con un equipaggio non fatto da professionisti perché lo spirito e l’obiettivo era un’altra vittoria. Il risultato conseguito dall’imbarcazione che ha gareggiato nella categoria “Classe grande” è stato comunque di tutto rispetto. «Volevo e dovevo partire, navigare, conoscere. Mentre costruivo My way pensavo a questo», dice l’imprenditore. «A mia moglie e mia figlia devo molto. Sono state, anche lontane mille miglia, un faro, mio riferimento principale», afferma.
My way 60 ha attraccato alle Tremiti dove sono arrivate per riabbracciarlo anche Sofia e Marisa. Un primo brindisi prima di entrare nel porto di Vasto per un brindisi più in grande stile, con gli amici del Circolo Nautico. «Pronto a partire di nuovo? I percorsi del cuore e della mente non hanno confini nel tempo e nello spazio», conclude.
FOTO di GIUSEPPE F. POLLUTRI