Alla violenza si può dire basta, ad una vita fatta di abusi e maltrattamenti ci si può opporre: è il messaggio che ieri sera ha lanciato il centro DonnAttiva di Vasto, che dopo la manifestazione ‘I passi interrotti’ ha riportato di nuovo al centro dell’attenzione il difficile tema della violenza sulle donne con lo spettacolo ‘Orme nella luce’, andato in scena nella sede in via Anelli.
“Con ‘I passi interrotti’ abbiamo parlato dei femminicidi e ricordato tutte le donne uccise: le scarpette rosse che avevamo disseminato per la città indicavano proprio quelle vittime – ha spiegato Licia Zulli, responsabile di DonnAttiva -. Questa sera siamo qui per dire che dalla violenza si può uscire. Il titolo dell’evento si riferisce ai passi che si fanno per arrivare alla luce, che è la fine della violenza, vogliamo indicare il percorso, indirizzare quei passi verso la fine dei maltrattamenti”.
A introdurre lo spettacolo anche l’assessore Anna Suriani, che ha ricordato l’importante lavoro svolto da DonnAttiva, servizio di sostegno alle donne messo in campo dal Comune e gestito da Akon service in collaborazione con le associazioni Dafne e Ananke. In particolare si è soffermata sul percorso di specializzazione sull’antiviolenza: ‘Un lavoro prezioso e quanto mai attuale visti i tantissimi casi di abusi e maltrattamenti. I dati ci dicono che i responsabili li abbiamo in casa, sono mariti, compagni, padri e figli”. L’assessore ha quindi parlato del progetto Penelope per l’implementazione delle prassi già attive nel territorio, per il potenziamento dei centri e della rete antiviolenza e l’aggiornamento professionale degli operatori.
Numerose le persone che si sono ritrovate al centro DonnAttiva per assistere all’evento, tanto che la sala non è bastata ad accoglierle tutte.
La prima parte dello spettacolo ha visto protagoniste le triste storie di donne maltrattate e uccise: l’attrice Raffaela Zaccagna ha proposto una siggestiva lettura di alcuni testi del libro di Serena Dandini ‘Ferite a morte’. Le terribili vicende di donne di tutto il mondo, di culture diverse, ognuna vittima di terribili di violenze. Brani scelti sull’onda dell’emozione, spiega l’attrice, che raccontavano esperienze differenti un po’ per toccare tutti gli aspetti di questo problema: donne che avevano il mostro in casa, bruciate vive, sgozzate al mercato, gettate dalla finestra, ma anche bambine uccise prima di venire al mondo solo perché femmine.
Ad accompagnare il tutto la musica di Luca Raimondi e le Piccola underground orchestra.
A seguire è andato in scena il video Les femmes regardées, performance di scrittura cinecreativa a cura di Raffaella Zaccagna e Patrizia Rosica. Una serie d’interviste reali e racconti scritti da donne, ispirati anche da alcune produzioni cimetografiche, questa volta però non drammatici “Abbiamo voluto contrapporre alla violenza qualcosa di positivo per dare uno stimolo, una spinta a reagire”.
La battaglia contro abusi e maltrattamenti deve andare avanti, ci sono servizi e figure formate per offrire supporto, ma come ha sottolineato Zulli questa lotta è anche un’azione collettiva e ognuno si deve far portavoce della nonviolenza.