Un quadro ampio di rivendicazioni che ruota intorno alla grave situazione del mondo produttivo. Per il sindacato non può ricadere solo sul costo del lavoro e quindi sul capitale umano il prezzo della pesante crisi industriale in atto in provincia di Chieti. Lo ha sostenuto il comitato direttivo di Chieti della Cgil, riunitosi a San Salvo, ''cuore emblematico'' della difficile condizione in atto che sta creando seri problemi alla tenuta economica, sociale ed occupazionale di migliaia di famiglie. ''L'alto costo dell'energia, del trasporto e delle materie prime - dice il segretario generale della Cgil Michele Marchioli - uniti alla scarsa competitività , alla mancanza di una pianificazione industriale e agli scarsi investimenti spiegano l'arretramento di questo territorio. La scelta delle aziende di scaricare tutti i rischi d'impresa sul costo della manodopera nel frattempo non sta dando risultati''. Ed a tal proposito la Cgil ricorda la perdita soltanto alla Denso di San Salvo, alla Burgo di Chieti ed alla Golden Lady di Gissi di ben 1.218 posti di lavoro negli ultimi cinque anni. ''Per questo - prosegue Marchioli - è stato assegnato alla segreteria e al gruppo dirigente del nostro sindacato il compito di ricercare la massina unità con Cisl e Uil al fine di riaprire un confronto con la parte datoriale ed istituzionale e aggiornare il protocollo del febbraio 2005 sulla piattaforma di sviluppo''. Per la Cgil proprio puntare su risorse umane, qualificazione professionale e sicurezza sul lavoro deve essere il cardine di una strategia di maggiore crescita. E a tal proposito il sindacato chiede alla Provincia di Chieti di dotarsi di un luogo di confronto con il partenariato, con tavoli di discussione permanenti che affrontino crisi aziendali e politiche territoriali. Intanto viene rinnovato l'invito ad aderire in massa alla manifestazione regionale dei pensionati in programma sabato 10 febbraio.