«L’Abruzzo regione della velocità degli spostamenti, delle idee e delle persone». È questa l’idea di Luciano D’Alfonso e dei vertici regionali del Partito Democratico intervenuti venerdì scorso all’iniziativa ‘Vastese terra di nessuno’, su iniziativa dell'associazione 'Il Territorio' a San Salvo.
OSPITI E INTERVENTI. Manca il sottosegretario di Stato Giovanni Legnini (lo «sta per arrivare» si è poi trasformato in «non può essere con noi»). A introdurre l’argomento del dibattito è il consigliere Pd Luciano Cilli che senza mezzi termini attacca subito le attuali amministrazioni regionali e provinciali. «I rappresentanti del territorio in Provincia e Regione – dice – non mancano, ma niente è stato fatto». Ne ha anche per il sindaco Tiziana Magnacca reo di aver convocato un incontro sui trasporti con i suoi ‘colleghi di partito’ immobili sull’argomento durante gli ultimi 5 anni. Cita anche Cotir (dipendenti da un anno senza stipendio) ed ex-Golden Lady (riconversione andata male). «L’economia di questo territorio – conclude – si regge ancora grazie alle pensioni dei lavoratori Pilkington e Denso».
Tocca poi a Maria Amato, neo-eletta vastese alla Camera dei Deputati. Parla soprattutto del suo settore, la sanità. Tra le proposte maggiori quella della ridefinizione dei parametri per i punti di assistenza in zone montane: devono essere legate a indice di anzianità e malattie croniche.
L’annoso problema dei trasporti è toccato dal segretario Pd regionale Silvio Paolucci: «La competitività delle nostre aziende è pregiudicata dall’assenza di raccordo tra trasporto su gomma-ferrovie-mare». Promette una veloce individuazione delle priorità da parte della prossima giunta regionale. Anche lui certamente sarà della partita elettorale: «Si chiude un percorso (quello da segretario, ndr) e se ne apre un altro».
MARCOVECCHIO A GAMBA TESA. Nelle prime file della platea c’è Graziano Marcovecchio, presidente di Pilkington Italia. Forse è lui la smentita vivente del ‘Vastese abbandonato’ ascrivibile fra i «temi che nessuno tratta». Marcovecchio presenzia a tutti, o quasi, gli appuntamenti che parlano del territorio. E dimostra di non apprezzare la piega ideologica delle battute iniziali del convegno di venerdì. «Anche la riunione in comune di mercoledì scorso sul trasporto ferroviario – dice riferendosi a quanto affermato poco prima da Cilli – è servita a qualcosa. È l’ora di accantonare le battaglie basate sull’ideologia. Troppo spesso non chiamate gli interlocutori, dimostrando che siete lontani». Marcovecchio ricorda anche che l’abbandono del territorio non è cosa degli ultimi anni e, quindi, ‘solo’ dell’attuale giunta regionale: «Dieci anni di ritardi ci hanno penalizzato e ancora oggi non sono stati colmati. Oggi è difficile rispondere alla domanda degli investitori esteri: “Perché devo stare a San Salvo?”».
D’ALFONSO CHIUDE. Tocca all’ex-sindaco di Pescara chiudere la seduta, ulteriore indizio sul suo ruolo alle prossime Regionali. Per Luciano D’Alfonso esiste un problema di percezione delle priorità: «Se non sono state fatte alcune cose è perché non se n’è percepita l’importanza. Dopo 54 mesi di governo regionale si mostrano le foto di quanto fatto, non si va in giro a raccontare cosa verrà fatto nel prossimo mandato. E quali sono le priorità di D’Alfonso? Tra le sue c’è sicuramente il nodo dei trasporti. «La fondovalle Sangro – spiega – è un indiscusso punto di forza e dev’essere potenziata perché collega due mari e tante realtà importanti. Va condotta una battaglia su questo argomento, incontrando le popolazioni coinvolte. Quello dei trasporti è l’unico settore dove l’offerta genera la domanda».
GUERRA SUI NUMERI. Se nelle manifestazioni di piazza questura e organizzatori dibattono sul numero dei partecipanti, sul convegno di venerdì accade la stessa cosa tra ‘detrattori’ e promotori dell’iniziativa. Poco più di cento le persone intervenute per ascoltare D’Alfonso & Co. È vero che la sala era piena. È anche vero che si tratta della sala più piccola disponibile in città. Chissà se anche in questo caso – come ha affermato D’Alfonso sui trasporti – l’offerta genera la domanda. Fatto sta che un dibattito simile – all’interno, poi, dello stesso centrosinistra – certifica l’inizio della campagna elettorale.
Come in tutte le campagne elettorali, è ovvio, le ricette per ‘salvare’ il Vastese sono – quasi – tutte condivisibili. Ma – come ha giustamente ricordato Marcovecchio – il ritardo odierno del territorio ha origini lontane. E il centrosinistra non è illibato.