Il senatore vastese Gianluca Castaldi e la senatrice Elisa Bulgarelli hanno depositato un disegno di legge per regolamentare le aperture festive dei centri commerciali, volto ad abolire le liberalizzazioni introdotte dal governo Monti e ripristinare la situazione precedente, dove le decisioni in materia spettavano a Regioni ed enti locali.
A spiegare la proposta è proprio Castaldi che, parlando di “aperture selvagge” e di “iper-liberalizzazioni” sottolinea che i provvedimenti introdotti, in via sperimentale nell’ultimo governo Berlusconi e in modo definitivo da Monti, non hanno portato gli effetti sperati: “Non sono aumentati i posti di lavoro e non sono aumentati i consumi”.
La proposta di legge, precisa l’esponente del Movimento 5 Stelle, non vuole tanto porre rimedio all’inefficacia delle misure adottate nel sostegno all’economia, ma affrontare i problemi che ne sono scaturiti per quanto riguarda: la "conflittualità nell’attribuzione di competenza della materia tra lo Stato e le Regioni, con la presentazione di numerosi ricorsi, la tutela dei diritti dei lavoratori e il vero danno economico nei confronti dei piccoli commercianti che hanno subito la disapplicazione dell’art. 41 della Costituzione (L’iniziativa economica privata è libera)”.
Castaldi rileva che il risultato di questa liberalizzazione è stata la chiusura delle piccole attività con desertificazione dei centri storici e dei quartieri periferici: “Secondo Confercommercio nel primo bimestre 2013 nel settore distribuzione commerciali sono spariti 10mila negozi”.
“La proposta di legge – spiega - propone dunque di ricondurre la competenza legislativa e la potestà regolamentare nel commercio alle Regioni e agli enti locali, ai quali spetta il compito della pianificazione della turnazione delle festività lavorative, che non ricada pesantemente sui diritti dei lavoratori e che tuteli contemporaneamente i diritti dei consumatori. L'ambito di applicazione delle disposizioni proposte è determinato con riferimento a tutti gli esercizi commerciali, evitando le distinzioni previste per le attività di somministrazione dalla riforma del commercio”. Basta quindi con le "aperture selvagge" introdotte dal Governo Monti e ritorno alla liberalizzazione completa per i soli esercizi ricadenti nei comuni a carattere turistico. “In tutte le altre zone saranno le Regioni, di comune accordo con gli enti locali, e sentite i comitati locali e le organizzazioni di categoria, dei lavoratori e dei consumatori a definire un piano della aperture domenicali e festive che, ai sensi dei commi 3 e 4 dell'articolo 2 preveda del Disegno di legge, in ogni comune, un 25 per cento degli esercizi aperti per settore merceologico, nonché un numero massimo di dodici festività lavorative annue per singolo esercizio commerciale su un modello che è già stato sperimentato con successo a Modena”, conclude il senatore.