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Crisi delle aziende, per Rifondazione comunista serve una 'grande vertenza Abruzzo'

Il comitato regionale chiede un piano straordinario di finanziamento pubblico e privato

a cura della redazione
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La nostra Regione è in agonia, asfissiata dalla morsa della disoccupazione, e il problema non può più essere affrontato per singoli casi, occorre aprire una grande vertenza Abruzzo con il Governo. A sostenerlo è il comitato regionale di Rifondazione comunista, che fa un’analisi del problema lavoro dopo i recenti annunci su nuove chiusure e crisi aziendali.
“Ora che anche il gruppo Valsinello-Teknolamiere di Gissi ha chiuso, lasciando a casa 76 lavoratori – spiegano il responsabile lavoro Carimen Tomeo e la segretaria regionale Amanda de Menna -. E intanto ci sono i licenziamenti alla Arkema, la crisi del Pantalonificio d’Abruzzo, il drammatico fallimento della riconversione della Golden Lady. Ci avevano visto giusto le lavoratrici e i lavoratori Golden Lady che, durante i presidi mensili, esponevano un cartello con su scritto ‘Val Sinello, valle della morte’”.
Secondo gli esponenti di Rifondazione, nonostante l’agonia di un’area industriale di estrema importanza per la regione, nulla si muove in concreto. Dimostrazione di questa immobilità, è secondo loro il fatto che dopo settimane “l’interrogazione regionale presentata dal loro consigliere Maurizio Acerbo non ha ancora ricevuto risposta in sede di consiglio regionale”.

“Intanto come Rifondazione Comunista, pur non stando in Parlamento - aggiungono- abbiamo dato il nostro contributo all'interrogazione parlamentare presentata dal senatore vastese Castaldi sul fallimento della riconversione Golden Lady”.

Visto l’alto numero delle crisi aziendali in tutto l’Abruzzo, che coinvolgono diverse migliaia di lavoratori in settori strategici, secondo Rifondazione però “non è più possibile continuare ad agire singole vertenze: occorre aprire una grande ‘vertenza Abruzzo’ con il governo, capace di rompere lo schema dell’austerità, proprio del governo Letta come di quello Monti”. Un’azione, spiegano, che dovrebbe porre il tema di un’azione coordinata in difesa del lavoro e per progetti capaci di creare nuova occupazione, anche “attraverso un piano straordinario di finanziamento pubblico e privato”.
Tomeo e de Menna chiedono quindi che le istituzioni “raccolgano le istanze delle lavoratrici e dei lavoratori reclamate anche con le numerose mobilitazioni in atto, (la prossima quella del 18 maggio della Fiom a Roma alla quale Rifondazione Comunista aderisce), ponendosi in difesa del lavoro e dei suoi diritti". Attaccano quindi il Governo Letta sostenuto da PD e PDL che "mentre conferma la necessità di misure di austerità tenta di rendere ancora più precario il mercato del lavoro, annunciando la possibilità di eliminare l’obbligo di comunicare la causale del contratto a termine, rendendolo la forma tipica di rapporto di lavoro”.

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