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Omicidio di Albina Paganelli: chiesti 30 anni di carcere per il giovane impuato

Il processo, in Tribunale a Vasto, aggiornato al prossimo 21 maggio

a cura della redazione
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La condanna a 30 anni di reclusione per omicidio volontario: è la richiesta, formulata dalla pubblica accusa (i pm Giancarlo Ciani ed Enrica Medori), per l’omicidio di Albina Paganelli, la pensionata di 68 anni uccisa a coltellate alla vigilia di Ferragosto nella sua abitazione di via Fedro a San Salvo.

Imputato del delitto è Vito Pagano, 28 anni, accusato di avere tolto la vita alla donna con decine di colpi. Il processo, con rito abbreviato, è iniziato questa mattina intorno alle 11 in Tribunale a Vasto, per concludersi poco prima delle 17, con disposizione - da parte del giudice Anna Rosa Capuozzo - del rinvio dell'udienza al prossimo 21 maggio per eventuali repliche. Le due parti civili, in rappresentanza della famiglia della vittima, hanno chiesto un risarcimento di 250 mila euro a testa.

La difesa di Pagano (gli avvocati Clementina De Virgiliis e Fiorenzo Cieri) insiste sulla non imputabilità dell’accusato, considerato, però, capace di intendere e di volere dopo le varie perizie effettuate negli ultimi mesi.

Il cadavere di Albina Paganelli venne ritrovato la mattina del 14 agosto nella sua casa di via Fedro, nel centro abitato. Vito Pagano, arrestato poche ore dopo l'efferato delitto, aveva accusato prima un giovane di nazionalità rumena e poi amico sansalvese, entrambi scagionati dopo le indagini.

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