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ROGO ALLA PILKINGTON, PREOCCUPAZIONE PER POSSIBILI RIPERCUSSIONI OCCUPAZIONALI

a cura della redazione.
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''Nel reparto andato in fumo si produce oltre il 20 per cento dei vetri che la Pilkington fornisce a svariate case automobilistiche. Per fortuna, in questo mese di gennaio eravamo in sovrapproduzione e, per qualche tempo, si potrà andare avanti con le scorte di magazzino''. Il commento di alcuni lavoratori dello stabilimento vetrario di piana Sant'Angelo a San Salvo, interessato sabato mattina da un incendio di vaste proporzioni che ha provocato ingentissimi danni, ben evidenzia la gravità di quanto accaduto e la preoccupazione, crescente, per possibili ripercussioni occupazionali, in un territorio come quello del Vastese che sta già facendo i conti con la spinosa crisi della Denso. Appare certo che, per quanti lavoravano nel reparto andato in fumo, attorno al quale ruotano circa 400 operai, l'azienda debba far del ricorso alla cassa integrazione. Già sabato sera i dirigenti Pilkington hanno raggiunto San Salvo per seguire da vicino l'evolversi della situazione e decidere il da farsi. Va ricordato che la Pilkington, stabilimento di punta in Italia del colosso britannico del vetro, è stata recentemente acquisita dalla Nippon Sheet Glass, società del Sol Levante che ha conservato marchio di fabbrica e logo. Tornando all'incendio, determinato da una scintilla sprigionatasi da un macchinario surriscaldato del reparto ''accoppiati'' dove si realizzano i fogli di plastica utili a legare i parabrezza, sono state necessarie oltre otto ore di duro lavoro da parte dei Vigili del Fuoco dei distaccamenti di Vasto, Gissi, Ortona e Pescara, soprattutto per impedire che le fiamme potessero estendersi agli altri reparti. Il loro è stato un lavoro durissimo, portato avanti indossando speciali maschere per respirare, necessarie anche a causa di una densa nube di fumo nero venutasi a formare, visibile a chilometri di distanza dalla zona industriale di San Salvo. I tecnici dell'Arta hanno però assicurato, al termine di un sopralluogo che in zona non vi è presenza di sostanze tossiche. Quel che appare certo è che la stima iniziale dei danni è davvero pesante: si ipotizza attorno ad una decina di milioni di euro.
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