La Corte di Cassazione ha confermato la pena a un anno e tre mesi di reclusione, inflitta nel 2005 dalla Corte d'Appello, a Domenico Venere, 56enne di Vasto, riconosciuto colpevole di aver costretto, nel corso del 1997 e fino al maggio 1998, M.S., 50enne di Scerni, a subire atti sessuali. Venere, abusando del fatto che M.S. non avesse alcuna via di fuga, viaggiando, in qualità di assistente dei disabili ospitati presso l'Istituto San Francesco, a bordo di un autobus, che egli conduceva da autista, avrebbe costretto la donna a subire palpeggiamenti su tutto il corpo, offendendola pure con espressioni volgari e minacciose. Esasperata dalla situazione, M.S. sporse querela nei confronti del suo persecutore, poi allontanato dal posto di lavoro. Nella turpe storia finì anche il marito della signora, G.D.A, che più volte l'imputato avrebbe offeso con espressioni diffamanti e minacciato di morte. A rappresentare i due coniugi di Scerni nella delicata vicenda è stato l'avvocato Arnaldo Tascione, che ha espresso soddisfazione per una sentenza definitiva giunta a distanza di circa dieci anni da fatti denunciati.