Fare luce sull’inquinamento del fiume Trigno: è l’obiettivo dell’indagine, coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Vasto, Enrica Medori, tesa ad individuare le responsabilità che hanno portato ai valori fuori norma delle acque, nel tratto prima del punto di captazione di Lentella ed al conseguente declassamento delle acque con i problemi culminati nella disposizione dello stato di emergenza da parte della Regione e l’imposizione di un prelievo più a monte per le acqua da depurare ed immettere nelle reti della costa.
In merito, nei giorni scorsi, un rapporto diffuso dal WWF Abruzzo aveva posto l’accento sulla presenza di salmonella ed altri inquinanti tipici di acque non trattate o trattate male nel fiume. E, adesso, la lente d’ingrandimento si sta soffermando in questi giorni sugli impianti di depurazione dei piccoli comuni che affacciano sul Trigno. Come sottolineato anche da Augusto De Sanctis, responsabile acque del WWF, manca un serio punto sulla situazione dei depuratori della zona. Le criticità del Trigno sono note da anni. Nelle ultime due estati, sempre parole dell’associazione ambientalista, i valori microbiologici erano paragonabili a quelli di una fogna, con punte estremamente alte di coliformi e UFC (Unità Formanti Colonia). In attesa di sviluppi sulla vicenda, De Sanctis ricorda: “C’è una legge del 2008 che obbliga la Provincia di Chieti e l’Arta a pubblicare un resoconto annuale sul proprio sito sullo stato dei depuratori. Bisogna notare che questo è avvenuto solo il primo anno”.
Intanto, dopo le richieste avanzate dall’Arci Pesca, la Provincia di Chieti ha convocato un incontro, fissato al 3 aprile. Saranno presenti i rappresentanti delle associazioni provinciali della Pesca, del WWF, l’assessore provinciale all’Ambiente Eugenio Caporrella ed il consigliere delegato a Caccia e Pesca Giovanni Staniscia. “La Provincia di Chieti - si legge in una nota - auspica sia l’occasione per definire un primo quadro sulla situazione del fiume Trigno, oggetto in questi giorni di accurati controlli da parte della Regione di cui si attendono le risultanze necessarie per adottare, ciascuno in base alle competenze e secondo quanto disposto per legge, eventuali misure restrittive”.