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Fronte comune per la difesa della costa abruzzese, coinvolgere Regioni e nuovo Parlamento

La sollecitazione di Chiodi per gli sviluppi del progetto 'Ombrina Mare'

a cura della redazione
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Il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ha chiesto di inserire all'ordine del giorno della prossima riunione della conferenza dei presidenti delle Regioni il problema delle trivellazioni nel mare Adriatico al fine di adottare una posizione comune.

"Abbiamo la necessità - ha detto Chiodi riferendosi agli sviluppi del progetto 'Ombrina Mare' nell'area della Costa dei Trabocchi in provincia di Chieti - di fare fronte comune tra Regioni perché la nostra costa mantenga le caratteristiche proprie di un territorio votato allo sviluppo turistico e perché la problematica riguarda l'Italia intera e non solo l'Abruzzo. E' necessario bloccare subito la procedura di rilascio delle autorizzazioni governative".

Così, con una nota inviata al presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, Chiodi propone l'abrogazione del D.L. 22 giugno 2012 n. 83 nella parte relativa all'art. 35 comma 1 che modifica di fatto l'art. 6 comma 17 del D.lgs 128/2010 a firma dell'allora ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo che, sotto il governo Berlusconi, istituiva il divieto di ricerca, prospezione o coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi all'interno di aree marine e costiere nonché all'esterno delle stesse, nelle zone marine poste entro dodici miglia dalle aree protette.

Questo potrebbe rappresentare la soluzione più immediata per porre la parola fine al progetto "Ombrina mare 2". Chiodi, ribadendo una forte contrarietà alle trivellazioni, ha voluto coinvolgere così, sia il nuovo Parlamento sia le Regioni italiane nell'ambito della Conferenza dei Presidenti, affinché si arrivi ad una posizione unitaria per esprimere contrarietà.

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